Ospite dell’evento Sport Industry Talk del Corriere della Sera, Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato del tema stadi, soffermandosi poi sul Decreto Crescita. Queste le sue dichiarazioni: “Lo stadio rappresenta un asset fondamentale perché dà grande senso di appartenenza e garantisce la valorizzazione delle risorse. Lo stadio è un fenomeno di interesse nazionale, questo eliminerebbe la conflittualità nell’iter burocratico, dovendo passare da Comune e Regione. Renderebbe più fluido il percorso”.
“Il Decreto Crescita? Si applica anche agli allenatori, non solo ai giocatori. Mourinho ha rigenerato il fenomeno Roma in termini di attrattiva. Ed è sotto Decreto Crescita. Dovessimo riportare De Zerbi a casa, per esempio, senza Decreto Crescita non ce la faremmo. Vale lo stesso per altre figure che potremmo riportare a casa e a cui potremmo applicare il Decreto”.
I calendari troppo folti?
“Barella ha fatto 57 partite di club più quelle della nazionale, lo scorso anno. C’è un logorio psicofisico durante il gioco. Ci deve essere un confronto con Fifa e Uefa per modulare il calendario. Il rischio d’impresa è del club, se si fa male un giocatore lo paghiamo noi. Il caso Eriksen è emblematico. Il confronto serve quanto prima perché va tutto a discapito anche dello spettacolo”.