Ecco l’ufficialità. Il Marocco ha definitivamente ritirato la propria candidatura come paese organizzatore della Coppa d’Africa del 2015 e, dunque, il torneo non si giocherà di certo negli stadi di Rabat, Marrakesh, Agadir e Tangeri. La ragione della scelta è legata al rischio didiffusione del virus dell’ebola, anche se, come vedremo, gli argomenti economici non mancano. Al di là degli interessi, il tempo però stringe: tanto che la Confederazione africana, la Caf, già nelle prossime ore prenderà una decisione sullo svolgimento della manifestazione, a meno di ulteriori sorprese. Del resto il comitato esecutivo della Caf si riunirà oggi al Cairo e valuterà due filoni di ipotesi utili a colmare le lacune: potrà assegnare l’organizzazione a un’altra nazione oppure passare direttamente una mano di bianchetto sull’appuntamento e rinviarlo così al 2017, come il calendario internazionale impone. Va detto che proprio il calendario internazionale è stato uno degli ostacoli piazzati dalla Caf lungo il percorso. Perché, almeno in avvio, il Marocco non aveva rinunciato senza dialogo a ospitare la competizione ma, anzi, aveva chiesto alla confederazione di posticiparne l’inizio al giugno del 2015 o al gennaio del 2016. «Dobbiamo evitare affollamenti cui partecipino persone provenienti dai paesi colpiti dall’ebola», spiegava il ministro dello Sport marocchino, Mohamed Ouzzine. La Caf ha però chiuso ogni spiraglio, sottolineando di non poter certo modificare a piacimento l’agenda della Fifa, e lanciando fra l’altro un ultimatum alla federazione di Rabat. O l’organizzazione della rassegna nelle date stabilite, vale a dire nel periodo compreso fra il 17 gennaio e l’8 febbraio del 2015, oppure l’abbandono completo. Inflessibile il Marocco.
LE SANZIONI – Non bastasse, la Caf adesso punirà i marocchini senza sconti: non è esclusa una sospensione dai tornei, abbinata a una multa dai tanti zeri. I benefici finanziari comunque sono un’infinità, calcolando ad esempio i proventi degli sponsor e dei diritti televisivi. È molto probabile, insomma, che la coppa si disputerà in un paese differente: e il Ghana, la Nigeria e il Sud Africa potrebbero accettare l’offerta. Per ricordarlo, anche l’edizione del 2013 della coppa subì lo spostamento della sede: allora fu la caduta del regime di Gheddafi a muovere il torneo dalla Libia al Sud Africa
Il Messaggero – B. Saccà