Intervistato ai microfoni di sporteconomy, l’ex sindaco di Roma, Marino, ha parlato del progetto dello stadio della Roma di James Pallotta. Queste le parole dell’ex primo cittadino della Capitale: “Ripensare la città significa anche renderla attraente ai capitali privati stranieri, che possono essere utilizzati per sviluppare nuove infrastrutture e servizi. Una strategia che porta con sé anche nuove opportunità di lavoro, oggi così necessario a Roma e in Italia. In questa prospettiva, nel 2014, ho immediatamente ascoltato il Presidente della società calcistica AS Roma, James Pallotta, quando mi disse di voler realizzare il nuovo stadio di proprietà della squadra. Si trattava del più consistente investimento privato nella Capitale, pari a oltre 1,2 miliardi di euro. Di questi, pretendemmo che 320 milioni fossero destinati alla realizzazione d’importanti opere infrastrutturali per la città. Le altre risorse erano destinate alla costruzione di un “business district” disegnato da uno dei principali esponenti mondiali del decostruttivismo, l’architetto Daniel Libeskind, lo stesso che con il suo progetto aveva vinto precedentemente la competizione internazionale per ridisegnare “Ground Zero” a Manhattan, dopo la distruzione delle Torri Gemelle del World Trade Center, l’11 settembre 2001. Il suo progetto, elegantissimo, si articolava su un’elaborazione grafica dei “conci”, i blocchi di pietra delle costruzioni romane, e riprendeva un disegno di Giovanni Battista Piranesi, che Libeskind riuscì a scomporre in 3 torri che intendevano richiamare i materiali delle origini storiche dell’antica Roma”.