Il Tempo (A. Austini) – Gli dicevano: «Va tutto bene, tra poco sarai pronto». Ma passavano i mesi e Strootman non riusciva a tornare un calciatore integro. Qualcuno sbagliava, mentiva, o gli nascondeva la verità: il legamento era posizionato male e così non sarebbe mai guarito completamente. Adesso Kevin può sperare di nuovo di riprendere l’attività. Ieri mattina si è ritrovato in una sala operatoria per la terza volta in 18 mesi, ma stavolta si è messo nelle mani del «mago» del ginocchio, il professor Pierpaolo Mariani. Lo stesso che, ad esempio, ha allungato la carriera di Totti o rimesso in campo Tommasi dopo un infortunio terribile.
Ieri a Villa Stuart lo ha sottoposto l’olandese «a revisione chirurgica artroscopica al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro» come recita il bollettino. L’olandese ha voluto annunciare in prima persona l’intervento, riuscito in una sola seduta: ««Purtroppo – ha spiegato sui social – a causa di una mancanza di potenza nella mia gamba sinistra non posso competere ad alto livello in questo momento». Se tutto andrà bene, ma proprio bene, Garia lo riavrà in sei-sette mesi, in tempo anche per l’Europeo. Sui tempi Mariani resta cauto.
Professore, che situazione ha trovato?
«Il ragazzo ha chiesto diversi pareri e quasi tutti concordavano sulla necessità di un altro intervento. Aveva un impedimento a estendere completamente il ginocchio e un’associata instabilità che aumentava di mese in mese. Abbiamo fatto una revisione dell’intervento precedente, ricostruendo il crociato a partire da un frammento del tendine rotuleo dell’altro ginocchio, il destro. Siamo riusciti a concludere l’operazione in una volta sola. È la cosa migliore perché sottoporlo a un altro intervento, come ad esempio dovrò fare con Salvio del Benfica la settimana prossima, sarebbe stato un ulteriore trauma».
I medici olandesi hanno sbagliato qualcosa?
«Io vedo l’acqua che scorre sotto il ponte, non quella che è passata. Sono soddisfatto, ma se l’intervento è riuscito lo sapremo tra due mesi. La medicina non è matematica».
Che problemi avrà ora Kevin?
«Il fatto di aver toccato anche il ginocchio destro richiede delle cautele maggiori nella riabilitazione perché c’è il rischio che possa svilupparsi una tendinite e il ragazzo possa avvertire dei fastidi transitori. Dopo un anno si normalizza la situazione, ma lui intanto potrà giocare. Dal punto di vista della cartilagine stava bene. Purtroppo negli interventi precedenti è stata necessaria l’asportazione dei menischi interno ed esterno. Questo è l’unico elemento negativo. Però ci sono tanti giocatori che vanno in campo regolarmente senza i menischi».
Tempi di recupero?
«Ritornerà a giocare. È una promessa che faccio da chirurgo e “mezzo” tifoso. Kevin stava “sotto un treno” e adesso sorride: buon segno. Ma sui tempi non mi sbilancio. Io non dico mai quando rientra un calciatore, semmai posso dire quando esce dall’area medica e passa in quella tecnica. Presumibilmente la prima fase si concluderà in 3-4 mesi, quanto durerà la seconda non possiamo saperlo. Io riparo, non guarisco e per vedere il vecchio Strootman ci vorrà del tempo».
Può farcela per l’Europeo?
«Gli inglesi dicono: “Wait and see”. Noi a Roma diciamo: “Stamo a vedè“…».