Il Messaggero (G. Lengua) – Il tempo a disposizione per plasmare la squadra e rivoluzionare il metodo di gioco della Roma era limitato. Ma in Roma-Udinese qualche (poche) novità si è vista, Ivan Juric è riuscito perlomeno a gettare delle basi lasciando intravedere quello che sarà il futuro. Per riuscirci la prima mossa è stata quella di sfruttare quasi tutti i calciatori che a Trigoria ci stanno da più di 8 mesi. L’unico nuovo acquisto in campo domenica era Dovbyk. Il primo principio più semplice da applicare è stata la marcatura a uomo, un modo per fare ordine nella testa dei giocatori. Un principio scolastico. Che Juric applica nel suo calcio per rendere le difese più solide e, più in generale, le squadre più aggressive.
Il croato ha poi limitato (di tanto) la costruzione dal basso: non è più un dogma, ma una possibilità. Oltre a lavorare sugli aspetti tattici, il nuovo tecnico sta approfondendo anche quelli atletici, pur avendo trovato la squadra ben allenata. Durante la seduta di ieri ha esortato il gruppo a non calare il ritmo e andare oltre la stanchezza. Questo perché quando si perde il possesso palla, l’avversario non deve avere il tempo di ragionare né di trovare nuove soluzioni di passaggio. Sarà, quindi, una Roma più difensiva e più attenta alle imbucate avversarie. E probabilmente la difesa a tre era già nei pensieri di qualche dirigente che ha ingaggiato Hummels ed Hermoso da aggiungere a Mancini, N’Dicka, ed eventualmente Angelino che si sta adattando a centrale per necessità pur essendo un esterno. E’ solo l’inizio della rivoluzione.