Corriere della Sera (G. Piacentini) – La premessa, doverosa, è che allo stato attuale delle cose, con la Roma che ha solo 2 punti di vantaggio sul terzultimo posto e alla vigilia di una serie – Lecce, Como e Parma – di scontri diretti per la salvezza, Ranieri non può preoccuparsi troppo dei singoli, ma deve pensare al “bene superiore”.
Le prime 3 partite del tecnico hanno riscritto alcune gerarchie all’interno del gruppo. Le scelte nette di Ranieri hanno però lasciato indietro dei calciatori, alcuni anche importanti come Pellegrini, ma non solo. Del capitano ha parlato Ranieri: il “reset” è partito dopo i primi 45 minuti contro il Napoli.
È andata peggio però a Le Fée, che da quando in panchina c’è Ranieri non ha collezionato nemmeno un minuto: 3 panchine consecutive, senza mai essere preso in considerazione per entrare a partita in corso, unico della rosa insieme al baby Sangaré e all’infortunato Hermoso. I 23 milioni pagati al Rennes, in un mercato in cui non sono arrivati il terzino destro e un altro attaccante oltre a Dovbyk, sono il “peccato originale” del dirigente, che aveva individuato in Le Fée, più che in Koné per cui De Rossi si è dovuto battere fino alle ultime ore di mercato, l’uomo intorno a cui avrebbe dovuto girare il centrocampo.
Dopo nemmeno 6 mesi di scarso utilizzo, anche a causa di un problema fisico che lo ha tenuto fuori a lungo, Le Fée rischia il taglio già a gennaio, quasi sicuramente in prestito. Un altro che sembra penalizzato è Baldanzi: 45 minuti col Napoli al posto di Pellegrini, poi più niente. In uscita c’è anche Zalewski mentre per il ruolo di vice-Dovbyk sono stati allertati degli intermediari per Beto, ex Udinese ora all’Everton dei Friedkin.