Amantino Mancini, ex attaccante della Roma, ha parlato ai microfoni dell’AS Roma Match Program a pochi giorni dal derby, raccontando le sue emozioni quando indossava la maglia giallorossa:
Come le venne in mente di provare quella conclusione?
“Fu una mossa dettata dall’istinto. Istinto puro. In quel momento era la cosa giusta da fare e per fortuna la palla andò in rete. Quando ho visto la sfera oltrepassare la linea, non ho più capito nulla. Mi sono tolto la maglia, ho cominciato a correre sotto la curva Sud e i miei compagni che mi venivano dietro. Il gol più bello della carriera”.
Che partita era il derby?
“Speciale, unica, incredibile. Incredibile nel senso che all’inizio non capivo di cosa si trattasse…”.
In Brasile non esistevano sfide di questo tipo?
“Certo, ma non ci si pensava mesi e mesi prima, quando ancora dovevano uscire i calendari. Ero arrivato da poco a Roma, dopo la parentesi a Venezia, i tifosi non mi conoscevano come calciatore, eppure venivano da me e mi chiedevano di battere la Lazio. Io non capivo, poi mi hanno spiegato che questo match era particolare per la rivalità storica. Quando poi ho segnato, ho capito tutto”.
Peraltro, lei segnò anche in un’altra occasione alla Lazio: il 30 ottobre 2007, Roma-Lazio 3-2.
“Vero. Quella fu una partita più complicata, ma riuscimmo a portarla a casa lo stesso. Segnammo io, Vucinic e Perrotta. Peccato per la sfida di ritorno, che perdemmo con lo stesso risultato allo scadere con gol di Behrami. Quell’anno mancammo lo scudetto di pochissimo. Lo meritavamo”.
Sensazioni sul prossimo Lazio-Roma?
“La Roma è partita benissimo in campionato e in Champions League con la vittoria 5-1 sul CSKA Mosca. Poi, dopo il 7-1 col Bayern Monaco, ha perso un po’ di sicurezze. Dal quel momento le cose non sono andate tutte per il verso giusto e anche in campionato ha perso punti importanti. Ma è una grande squadra, con calciatori di livello e può vincere questo derby per chiudere il discorso secondo posto. Io ci credo e continuo a seguire la Roma con partecipazione”.