Corriere dello Sport (L. Scalia) – Il capo dei banditi è lui. Nessun dubbio. Già, c’è chi si è portato avanti rispetto a quello che vuole Mourinho dalla squadra: Gianluca Mancini. L’allenatore aveva chiesto “una gang di banditi” per affrontare le prossime partite e nel post Udinese si è anche autodefinito così: “Di solito nasci bandito, non lo diventi. Io lo sono nato bandito del calcio, cerco di influenzare e vedremo se riuscirò a farlo”. Mancini piace allo Special One per come interpreta le partite, per il ruolo da leader che è riuscito a ritagliarsi dentro lo spogliatoio.
Del resto, si può considerare un capitano aggiunto. Mourinho lo stima, annusa il fatto di avere a che fare con un suo simile. Il difensore centrale, tra l’altro, è uno dei fedelissimi. Infatti, è il secondo giocatore più impiegato della Roma con 1436 minuti giocati in questa stagione, davanti ha solo Cristante che è rimasto in campo 48 minuti in più. Domenica Mancini non stava bene. Ma ha stretto i denti provando a non pensare ad una fastidiosa infiammazione all’adduttore. In una situazione normale probabilmente sarebbe stato sostituito. Prima di segnare si è anche avvicinato alla panchina perché “gli serviva un antidolorifico per il dolore, ma lui va fino alla fine anche con una gamba sola…”, ha poi svelato Mourinho in conferenza stampa. Traduzione: Mancini ha segnato da infortunato. Traduzione della traduzione: da bandito vero.
Mancini al momento è in forte dubbio per la sfida contro il Servette. Oggi farà un provino per capire se sarà a disposizione per la trasferta in Svizzera formato Europa League. Ieri è stata una giornata speciale a Trigoria: Kumbulla si è allenato to parzialmente in gruppo per la prima volta dopo l’operazione subita a Milano per la ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Il peggio è passato e si è meritato l’abbraccio dei compagni per questo nuovo battesimo dentro Trigoria. Il suo sarà un rientro graduale.