Il Messaggero (S. Carina) – Da talismano a tabù il passo è stato breve. C’era una volta Dybala che vedeva la Lazio e lasciava il segno. Squadra che, tolta l’Udinese (al quale ha segnato 13 reti), è sempre stata la sua vittima preferita in Serie A. Ben 11 le reti rifilate ai biancocelesti prima di approdare alla Roma. Quattro anni senza gol alla Lazio sono lunghi. Non quanto tre derby vissuti come un comprimario ma tant’è. Fuori nel primo per una lesione muscolare alla coscia: appena 45 minuti nel secondo, sacrificato da Mourinho nell’intervallo dopo l’espulsione di Ibanez; anonimo nel terzo, quello del 12 novembre scorso. E’ tempo di tornare a splendere.
Anche l’altra sera, contro Gasperini, la Roma si è accesa grazie a Dybala. Potenza, istinto e intuizione: quando la palla finisce tra i suoi piedi c’è sempre la sensazione che possa accadere qualcosa. E’ venuto il momento di dare seguito alla promessa di qualche settimana fa: “Voglio vincere con la Roma”. Farlo domani, nel derby, aprirebbe un pertugio nel quale infilarsi e provare a sfatare l’incantesimo della decima Coppa Italia (da lui vinta 4 volte) che vuole la Roma mancare l’appuntamento con il successo nella manifestazione addirittura dal 2007-08. Il momento della Roma è delicato. Ottava in classifica e con un playoff di Europa League da disputare, essere eliminata domani sgonfierebbe la possibile ciambella di salvataggio di fine stagione e aprirebbe una piccola crepa nell’atteggiamento fideistico della tifoseria giallorossa.