Il Messaggero (E.Bernardini) – L’aria di una possibile restaurazione in Federcalcio, con il classico giro di poltrone, da tempo allarma il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Teme, inoltre, che il patto trasversale che porterebbe Carlo Tavecchio ad essere eletto al vertice della Lega di A sia molto più che una voce di Palazzo. E che alla fine dei giochi la “Democrazia Calcistica” abbia la meglio e che l’unico sconfitto sia lui. Agitare lo spettro del commissariamento è servito a poco e niente. Ecco perché ieri ha deciso d’intervenire in maniera differente convocando i tre candidati alla poltrona più alta della Figc. Il discorso fatto a Gabriele Gravina, Cosimo Sibilia e Damiano Tommasi è stato molto chiaro: «Rinviate l’assemblea elettiva del 29 gennaio in attesa di capire che piega prenderà la situazione della serie A». Il numero uno dello sport italiano si aspettava una maggiore collaborazione e invece il mondo del calcio si è compattato. Un secco no la risposta unanime dei tre. «L’assemblea è incardinata e ci sarà, diventa complicata annullarla, non è nelle nostre disponibilità. Lì i candidati assumeranno una propria responsabilità difronte a quello che lo stesso Malagò ci indicherà sabato mattina», ha sottolineato Gabriele Gravina, numero 1 di Lega Pro, all’uscita dell’incontro. «Decidere di fare un passo indietro lunedì? Lo valuteremo e decideremo, ma per il momento non è una ipotesi percorribile. I delegati potrebbero indicare o meno la strada da percorrere» ha poi concluso. Oggi, Gravina insieme al numero uno dei calciatori, Tommasi esporranno i propri programmi alla serie B. Domani sarà invece il turno della massima serie che si riunisce per l’ultima volta prima delle elezioni con lo scopo di nominare i suoi vertici. Le liti restano ma i pochi soldi dei diritti TV spingono i belligeranti presidenti a seppellire l’ascia di guerra in nome del profitto. Ecco allora che Cairo e Lotito diventano i nuovi registi di una trama già vista. Il patron del Torino accetterebbe Tavecchio al vertice in cambio della nomina di Javier Tebas, attuale presidente della Liga spagnola, nel ruolo di amministratore delegato. Il presidente della Lazio vuole sedere in consiglio federale e sogna il ruolo di vice presidente vicario. Nove mesi di attesa per non cambiare nulla.
ATTACCO A TAVECCHIO – Ieri il presidente Malagò ha inviato una nuova lettera di diffida alla Figc nella quale si richiama la federazione ad ottemperare all’adeguamento dello Statuto della Lega di Serie A in base ai principi informatori approvati dal Consiglio Federale il 26 ottobre 2017, non avendo ricevuto alcun riscontro dall’analoga lettera inviata alla Figc lo scorso 5 gennaio. Della missiva sono stati informati anche i tre candidati. «La persona che dovrebbe adoperarsi per risolvere questa situazione non lo ha mai fatto e questo è un problemone» ha ribadito Malagò, che di fatto attacca l’operato di Tavecchio nelle sue vesti di commissario. Poi il numero uno del Coni concede una tregua Olimpica alla serie A ma al termine della quale non farà sconti: «In caso di mancata elezione del Presidente e dei due rappresentanti in Consiglio Federale entro 30 giorni a partire da oggi, il Coni non potrà esimersi dall’assumere nei confronti della Federazione Italiana Giuoco Calcio i necessari provvedimenti previsti dal vigente contesto normativo, anche in presenza di un presidente regolarmente eletto nell’Assemblea del 29 gennaio prossimo». Tradotto o la serie A elegge i suoi vertici o sarà commissariamento. Lo scontro è totale.