Maissa, dall’arrivo in barcone all’esordio coi “grandi”

Il Messaggero (G. Lengua) – La fuga dal Senegal, il barcone per Lampedusa e il pallone come unica strada per la ricerca della felicità. È la storia di Maissa Ndiaye, difensore classe 2002 della Roma Primavera convocato da José Mourinho contro Inter e Spezia: “Ti va di venire in prima squadra?”, le parole pronunciate dal tecnico prima di aggregarlo ai grandi.

Ora, con loro, si allena stabilmente da almeno 10 giorni. Quella di Maissa è una favola che ha inizio da lontano, quando il giovane ha deciso di fuggire dal suo Senegal lasciando famiglia e amici per andare a cercare fortuna in Italia. Ha attraversato il mare su un barcone assieme a decide di migranti, tenendo sulle spalle un bambino per tutto il viaggio per salvargli la vita. La mamma del piccolo quando ha toccato terra lo ha abbracciato con gli occhi pieni di lacrime. Un gesto che Maissa porta nel cuore e ricorderà per sempre, come quei 20 giorni infiniti per arrivare a Lampedusa.

Era l’11 novembre 2018 quando Maissa è sbarcato in Italia e dopo soli tre giorni è stato accolto in una casa famiglia di Napoli, ha cominciato a frequentare la scuola sera e tutti i giorni andava al campo di allenamento. Le sue doti calcistiche sono state segnalate a Pietro Varriale, direttore sportivo del Napoli United, club di eccellenza con vocazione sociale e anti-razzista.

Ma c’è voluto un anno per tesserarlo a causa di un iter infinito dedicato ai minori extracomunitari, primo passo verso il successo: da lì a poco è stato segnalato alla Roma, un osservatore (Stefalo Palmieri) è andato a guardarlo dal vivo e ha stilato una relazione consegnata poi a Morgan De Sanctis. Su di lui c’erano anche Napoli, Juventus ed Atalanta, ma ad avere la meglio sono stati i giallorossi che lo hanno tesserato a ottobre 2019 con un contratto di quattro anni. 

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