Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – Non siamo nemmeno a metà giugno e a strettissimo giro di posta il numero degli acquisti in casa Roma potrebbe già salire a quattro. Un Monchi scatenato non si ferma e inanella colpi su colpi per consegnare a Di Francesco una rosa già completa in vista del ritiro estivo che scatterà tra meno di un mese. Dopo il terzetto Coric-Marcano-Cristante è sempre più vicino l’arrivo di Justin Kluivert, classe 1999, uno dei talenti più interessanti e intriganti del calcio olandese. Autore di 10 gol in 30 presenze con l’Ajax nell’ultima edizione dell’Eredivisie.
Potrebbe esser lui, il piccolo figlio d’arte, il quinto arancione della storia giallorossa. E pensare che sino all’avvento della proprietà americana, la Roma non aveva mai avuto, in 84 anni di storia, un solo giocatore olandese. Tanti i fuoriclasse trattati: da Vanenburg negli anni ottanta al giovane Van Nistelrooy dei tempi del PSV, passando per Davids (corteggiato ma mai afferrato per via delle resistenze del nemico storico Luciano Moggi) e Seedorf, l’uomo che secondo leggende metropolitane aveva trovato e comprato casa in non meglio identificati quartieri della Capitale, senza mai tuttavia prendere il volo per accasarsi effettivamente da queste parti. Dal 2011 la rotta si è invertita. E la Roma statunitense è diventata anche un po’ olandese. Subito, sin dalla primissima estate, quando Walter Sabatini cercò di dare solidità ai pali giallorossi affidandoli al vice campione del mondo Maarten Stekelenburg. Con risultati, a dire il vero, poco esaltanti: una prima stagione discreta e una seconda da riserva di Goicoechea, chiusa con l’inevitabile divorzio nel 2013.
Passaggio di consegne e di testimone. Via Maarten, dentro Kevin Strootman, una delle autentiche perle sabatiniane in quell’estate post 26 maggio di pieno riscatto, anche e soprattutto sul mercato. L’operazione, chiusa sulla base di circa 18 milioni, fu effettivamente un capolavoro. Quando c’è di mezzo l’Olanda occhio a Mino Raiola, uomo dalle mille risorse, che sta contribuendo fattivamente all’arrivo di Kluivert ma che nel 2014 portò a Roma la meteora Urby Emanuelson, riserva per sei mesi prima di esser messo inevitabilmente alla porta per conclamati limiti tecnici e agonistici. Infine, nel 2017, ecco Rick Karsdorp, fresco di titolo in Eredivisie col Feyenoord. Giocatore splendido, dotato di fisicità e buona tecnica, ma al contempo abbastanza fragile visti i continui problemi fisici e il grave infortunio al ginocchio patito a fine ottobre nel match contro il Crotone. Incidente che ha costretto il ragazzo ad un’intera stagione ai margini. A breve arriverà il suo momento. E anche quello di Kluivert. In attesa, perché no, dell’estroso Hakim Ziyech, marocchino sì ma con passaporto olandese. La Roma americana è sempre più orange.
Tutti gli olandesi della Roma
2011-2013 – Maarten Stekelenburg (55 presenze ufficiali, 78 gol subiti)
2013-in corso – Kevin Strootman (130 presenze ufficiali, 13 gol segnati)
2014-2015 – Urby Emanuelson (2 presenze ufficiali)
2017-in corso – Rick Karsdorp (1 presenza ufficiale)
2018 – Justin Kluivert?