Il Messaggero (E.Bernardini) – Il terremoto della Lega Pro è completo. Mario Macalli ha rassegnato le dimissioni da presidente. Insieme a lui si sono dimessi i vicepresidenti Pitrolo e Rizzo e gran parte del consiglio direttivo. Una decisione che segue di qualche giorno la bocciatura, la seconda consecutiva, da parte dell’assemblea del bilancio della scorsa stagione con 38 club contrari su 69 votanti. E’ la mazzata finale per una Lega già agitata dall’inibizione di quattro mesi dello stesso Macalli, per la vicenda legata ai marchi del Pergocrema e per la questione del Calcioscommesse, che coinvolge diversi club della Lega. «Sono amareggiato ma ora ho altri problemi che non riguardano il calcio» le parole dell’ex numero uno Macalli. La decisione è arrivata dopo un lungo lavoro ai fianchi del presidente della Figc, Carlo Tavecchio, che è riuscito a convincerlo che le dimissioni fossero la strada migliore per andare avanti. Una decadenza avrebbe infatti portato ad intoppi nello svolgimento della regolare amministrazione e all’arrivo di un commissario “imposto”, oltre a possibili ricorsi da parte delle società.
L’ATTACCO «I problemi nascono quando si prendono ordini a pagamento. Il discorso è che forse questo è un mondo cambiato, chi governa deve sempre lasciare spazio ad altri che non governano», ha poi aggiunto Macalli. Usando parole dure, in cui qualcuno ha visto un attacco diretto a dg Michele Uva. In particolar modo per il nuovo sistema delle fideiussioni, necessarie per l’iscrizione. Da quest’anno, infatti, è stato introdotto un sostegno importante alle società: una terzo della copertura di 600 mila euro, che bisogna produrre a garanzia della stagione, viene coperto dalla stessa Lega Pro. Martedì il consiglio federale della Figc nominerà un commissario. L’identikit tracciato è quello di una persona completamente nuova e che, soprattutto, sia un esperto di diritto. Il commissario gestirà l’emergenza fino a settembre quando verranno indette le elezioni per il nuovo presidente. Salvo adottare il metodo Lega Dilettanti: prorogatio del commissariamento fino al 2016, quando si dovrà andare di nuovo a votare per la normale scadenza quadriennale.