Il Tempo (T.Carmellini) – Nel mare magnum capitolino, lì dove tutto è già scritto e deciso, dove ogni fruscio diventa leggenda, c’è anche chi rievoca la maledizione di Tutankhamon. Nessun romanista ha violato tombe sovrane, ma in città, visto il momento d’oro di molti ex, è partito l’ennesimo tormentone: «Ma niente niente fossimo noi…!?». Perché in questo momento dove gira tutto al contrario, le piogge diventano alluvioni e gli zombie fanno i cento metri per la gioia dei soliti vecchi ubriaconi. Della serie: piove sul bagnato.
Così, dopo due anni di anonimato a scaldare panchine nella Roma e flop clamorosi quando è toccato a lui, Skorupski si rivela portiere determinante a Empoli. Per non parlare degli attaccanti mandati via, inutili a Roma e che hanno fatto fortuna altrove. Ljajic sta dando un contributo fondamentale all’Inter capolista. Destro, che la Roma ha aspettato fin troppo e poi mandato via per la disperazione, non solo ha infierito (anche sguaiatamente) contro la sua ex squadra nella partita di calcio saponato al Dall’Ara, ma ha appena rifilato due pappine al Napoli: miglior difesa del campionato. Finita? Macché: stagione fantastica di Sanabria (ieri tripletta), Doumbia, Astori, Paredes fino al giovane Pellegrini (ex Primavera giallorossa venduto a titolo definitivo) che ha messo la firma sul risultato pesantissimo con il quale Di Francesco (altro uomo del rimorso) ha steso il suo vecchio amico Montella. L’aeroplanino, almeno lui non è un rimpianto: tre ko in tre partite. Grazie Vince’… romanista vero, almeno tu.