La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – L’ultimo viaggio è iniziato ieri pomeriggio, cinque minuti prima delle sei, quando sulle tribune dello stadio di Pinzolo si è alzata un’ovazione improvvisa. A tributargliela i circa 800 tifosi presenti al primo allenamento della Roma, il primo dell’ultima stagione del Francesco Totti calciatore. L’ovazione, ovviamente, è arrivata al suo ingresso sull’ultimo lungo rettilineo, quello che Totti spera possa portare a un’altra carrellata di dolci ricordi da aggiungere alla sua collezione personale. «Spero di vincere qualche trofeo in più, anche se so che non sarà facile. E che i tifosi tornino allo stadio, risolvendo il problema della curva», è il suo primo pensiero. Due piccoli sogni, due gemme da incastonare nella corona di re di Roma. Ma anche due traguardi difficili da raggiungere, almeno allo stato attuale delle cose.
SOGNANDO DI VINCERE – Perché vincere non è mai facile, partono in tanti per farlo ma ci riesce uno solo. E perché ad oggi la Juventus sembra di un’altra categoria, con un gap difficile da colmare. Anche per un highlander come lui, alla sua venticinquesima stagione in giallorosso. «Un traguardo speciale, non so quanti altri giocatori ci siano riusciti. È un orgoglio aver indossato solo questa maglia, una cosa che ho sempre voluto fin da bambino. Un percorso in cui mi sono successe tante cose belle ed in cui ho vinto anche dei trofei, pure se si dice che siano pochi, ma pochi non sono». Già, anche se lui ci proverà a finire da gigante. «Io mi metto sempre a disposizione del mister e lo farò anche quest’anno. Quando inizia una stagione ci sono sempre degli obiettivi: scudetto, coppa Italia e Champions. Speriamo di ottenere il massimo, ma è dura perché davanti a noi abbiamo la Juventus che è più competitiva e più forte. Spero che tecnico e società riescano a diminuire il gap e si possa riuscire ad ambire a quegli obiettivi lì…». In buona sostanza, un appello al club a completare presto la rosa ed a Spalletti a metterci del suo fino in fondo. «Con lui si lavora duro, ma si lavora bene. Con sorriso, dialogo e rispetto reciproco….».
L’APPELLO PER i TIFOSI – E ieri proprio Spalletti, verso la fine dell’allenamento, l’ha preso per mano conducendolo per una cinquantina di metri verso i tifosi e spingendolo di fatto tra le loro braccia. Mentre il resto del gruppo chiudeva la seduta con una partitella a campo ridotto, Totti firmava autografi e si concedeva ai selfie della sua gente. Un bagno di folla durato circa una ventina di minuti, tanto per lanciare una stagione che vivrà sulla scia della sua celebrazione infinita. «Ai tifosi c’è poco da dire, sono 25 anni che mi seguono con affetto e amore e la cosa è reciproca – continua lui –. Spero che quest’anno possano aiutarci, trovando finalmente una soluzione per la curva. Non se ne può più, per noi e per loro. Se c’è bisogno di qualcosa sono pronto a scendere in campo pure io, per aiutarli e tornare tutti uniti per lo stesso obiettivo». Più di un appello pubblico, però, l’impressione è che Totti non possa fare, spingersi più in là sembra difficile. Con il rischio, poi, di fallire, perché anche il nuovo prefetto di Roma (Paola Basilone) si è già dimostrata inflessibile sulla vicenda.