Il Messaggero (G. Lengua) – «Il rapporto tra me e Garcia è come quello tra padre e figlio» parlava così Gervinho in un’intervista rilasciata due anni fa, quando le cose andavano meglio di quanto si possa dire oggi. L’attaccante non ha mai nascosto la sua stima per l’allenatore francese che in questo momento sta attraversando il peggior periodo della sua vita professionale in giallorosso. E come solo un figlio può regalare un sorriso sincero al proprio padre, così Gervinho domani proverà a risollevare le sorti di un allenatore circondato da critiche e prossimo all’esonero. Al di là dell’aspetto affettivo, anche sul piano tecnico l’ivoriano è l’unica freccia rimasta all’arco di Garcia, che non può che affidarsi all’attaccante per cercare di dare vivacità a un gioco che in sua assenza risulta piatto e senza sbocchi.
Dopo un mese di stop e provini falliti l’ex Arsenal torna a disposizione, il problema muscolare alla coscia destra è scomparso e finalmente la Roma potrà godere del suo attacco titolare fatto da Gervinho, Dzeko e Salah che, fatalità, non è stato più schierato in campo proprio dall’8 novembre, giorno del derby e ultima vittoria della Roma. Francesco Totti ieri si è allenato con la squadra, ma tornerà a giocare dopo la sosta natalizia. Nella formazione anti-Genoa gli esterni difensivi saranno Florenzi e Digne (Torosidis è fermo per una lesione muscolare), i centrali Ruediger e Manolas. A centrocampo Nainggolan, De Rossi e Pjanic. La sorte di Garcia sembra segnata anche se un successo potrebbe rimettere tutto in discussione. Domenica ci sarà ancora lui in panchina e in campo schiererà la miglior Roma di cui dispone. Per far sì che il sole torni a splendere dopo la tempesta è necessaria una prestazione che dimostri una discontinuità con le recenti disfatte. Il tecnico ha bisogno di uomini disposti a buttarsi nel fuoco per salvargli la faccia e il fatto di contare su qualcuno che lo consideri come un padre è già un buon punto di partenza.