La Gazzetta dello Sport (F. Della Valle, A. Pugliese) – L’estate di Dusan Vlahovic ha cambiato volto e colore all’improvviso: era il 31 agosto 2023 quando Romelu Lukaku firmò con la Roma mettendo fine al tormentone di mercato. Fino a quel momento il centravanti serbo era stato in bilico tra la permanenza in bianconero e il trasferimento al Chelsea in cambio del gigante belga, operazione benedetta da Massimiliano Allegri. Sono passate 35 settimane dal giorno in cui il filo che legava i due attaccanti si è spezzato ed è probabile che anche il tecnico della Signora si sia convinto che gli è andata meglio così.
Stasera le due punte si ritroveranno contro con animo e pensieri differenti: Big Rom vede la finaledi Europa League più lontana e cerca gol che possano garantire la qualificazione alla prossima Champions League sapendo che quasi certamente non la giocherà con la Roma, DV9 è in finale di Coppa Italia e con i suoi 17 centri è stato determinante per arrivare a un passo dall’Europa che conta. Il bianconero ha già vinto. Per Big Rom, insomma, la partita di stasera è praticamente un crocevia. Dovrebbe giocare dal via, almeno queste sono le indicazioni, anche perché come diceva Mou “più gioca e più va in ritmo”. Ma probabilmente sarà la suaultima passerella all’Olimpico in una grande sfida (poi di gare casalinghe resta solo quella contro il Genoa).
E allora Lukaku vuole lasciare il segno, anche per allontanare le voci che iniziano a girare sul fatto che giochi già con le valigie in mano. Con Mourinho era sicuramente più decisivo (come dimostrano i 14 gol in 27 partite totali, contro i 5 in 18 gare sotto la gestione De Rossi), ma quello era anche un sistema di gioco che si basava quasi esclusivamente su di lui. Adesso, invece, è diverso e Romelu un po’ soffre la tanta densità che gli si crea intorno quando la Roma gioca palla a terra. De Rossi, però, ha poche alternative, considerando che anche con il Leverkusen Abraham e Azmoun hanno palesato evidenti limiti. Tra l’altro la Roma quest’anno con le squadre che la precedono (le prime 4) ha perso 7 volte su 7 (due con Milan, Inter e Bologna, una proprio con la Juventus). E allora Lukaku ci tiene anche a rompere questo tabù, per dimostrare che può essere decisivo pure nelle partite che contano davvero.