Corriere dello Sport (A. Giordano) – Se uno segna un giorno sì e l’altro pure (cinque gol in sei partite di nel Vecchio Continente), può mai pensare di andarsene in letargo, così, semplicemente perché non dànno i tre punti. “Non esistono le amichevoli”. Ma esiste Romelu Lukaku, che nel suo linguaggio universale sa bene cosa chiedere al futuro: “Fare bene in campionato e poi calarci nell’impegno di Europa League”. Niente chiacchiere, qui si segna e si pensa in grande, per quel che si può, senza sbruffante ma con il tono moderato di chi vuole sentirsi protagonista, sempre.
Trentadue minuti di Al-Shabab (ventotto effettivi e i quattro di recupero), per giocarsi il derby personalissimo con Carrasco e per starsene nella propria media o nella sua comfort zone, quella che conoscono tutti, anche in Arabia, e che avrebbero acquistato a peso d’oro, e che adesso De Rossi vuole godersi. “Con il mister sta andando bene. Abbiamo un solo obiettivo ed una sola responsabilità: portare la Roma il più alto possibile in classifica ed in Europa League. Lavoriamo per questo ogni giorno e lo faremo di nuovo a partire da oggi”.
“Questa gara rappresentava un test per vedere dove siamo e la risposta è stata positiva. Mi ha fatto piacere rivedere Carrasco, che è amico mio da venti anni. Lo sapevo che avrebbe segnato. E comunque ci è toccata una squadra di qualità, che ha dimostrato come e quanto il calcio arabo stia crescendo. A me sembra che la Roma sia andata bene. Però ora che rientriamo a Trigoria dobbiamo prepararci per questa gara difficile che ci aspetta lunedì sera”. E per introdursi ad un febbraio da far tremare chiunque, tranne Lukaku (ovviamente): il Cagliari il 5, l’Inter all’Olimpico il 10, la trasferta in Olanda il 15, il derby di Frosinone il 18 e il 22, a chiudere il mini-ciclo, il ritorno con il Feyenoord.