Corriere della Sera (L. Valdiserra) – Un gol ogni 97 minuti, statisticamente, significa che con Romelu Lukaku in campo la Roma parte da 1-0. Non sappiamo se domenica alle 18, dentro San Siro che lo aspetta per fargli pagare il “tradimento” estivo, Lukaku sia già sul tabellino dei marcatori.

Quello che conosciamo, invece, è che in 9 apparizioni da titolare con la Roma, tra campionato e Europa League, 10 se vogliamo mettere anche i 20 minuti contro il Milan appena sceso dall’aereo, il belga ha segnato 8 gol e che, dopo aver sfondato la porta avversaria giovedì sera, nel 2-0 in Europa League contro lo Slavia Praga, si è riposato in campo, correndo il minimo sindacale e stando attento a non farsi male.

A Roma ha trovato in Mourinho l’allenatore e l’uomo giusto per rinascere. Lukaku è in prestito alla Roma, che ha pagato al Chelsea 5 milioni per averlo fino al termine della stagione. Ridiscutendo il suo contratto, al ribasso, ha inserito una clausola rescissoria di 43 milioni, che vale per tutti e non solo per la Roma. Il club giallorosso sta studiando un piano per trattenerlo. Per abbassare il prezzo potrebbe inserire nell’affare Abraham, ancora ai box dopo l’infortunio al crociato nell’ultima giornata dello scorso campionato.

Due particolari avranno un peso, a giugno. Il primo: La Roma sarà o no in Champions League: Il secondo: José Mourinho sarà o no ancora sulla panchina della Roma? Anche il contratto dello Special One, infatti, scadrà a fine stagione. Mou ha provato a togliergli la pressione di dosso: “Decine di calciatori, a Milano, hanno vinto uno scudetto e qualche Coppa. Non pensavo che Lukaku fosse così importante per i tifosi”. Con i fischi(etti) o senza lo vedremo. Con i gol o senza conta ancora di più.