Corriere della Sera (G.Piacentini) – Un punto in tre partite: per trovare un avvio così disastroso della Roma bisogna tornare indietro alla stagione 1995-96. Sulla panchina giallorossa c’era Carlo Mazzone, e la sua Roma dopo aver pareggiato la prima contro la Sampdoria, perse contro l’Atalanta e (curiosamente) alla terza giornata, in casa, 2-1 proprio contro il Milan. A fine campionato (l’ultimo con Mazzone in panchina), i giallorossi arrivarono al quinto posto, una posizione che oggi sembra un miraggio per Mourinho, che ha deciso di rimanere in silenzio a fine partita.
L’unica frase dello Special One è quella «rubata» dalle telecamere durante la partita, esattamente nel momento della concessione del calcio di rigore in favore del Milan, Mourinho ha gridato «Vergogna» all’arbitro Rapuano, lo stesso che lo scorso anno lo cacciò (fu poi squalificato per 2 giornate) durante la gara con il Torino. Probabilmente proprio per evitare ulteriori polemiche nei confronti della classe arbitrale, che hanno avvelenato la passata stagione, Mourinho ha evitato di commentare la seconda sconfitta consecutiva da parte della formazione giallorossa.
Ad analizzare la partita è andato Bryan Cristante. «Mourinho era arrabbiato? – le sue parole – Quando si perde siamo tutti arrabbiati. Gli episodi molte volte fanno la differenza. Altre volte magari meritavamo di subire gol e non è successo, in questo inizio di campionato abbiamo subito 8 tiri e 6 gol, è anche la sfortuna. Dobbiamo fare meglio, ora c’è la pausa per sistemare le idee, dovremo fare più punti. Non credo che dipenda dalla nostra condizione fisica: nelle prime due partite abbiamo creato davvero tanto, fatto ottime prestazioni e siamo stati sfortunati. Oggi potevamo fare meglio, ma anche gli episodi non girano a nostra favore».
C’è stato l’esordio di Romelu Lukaku, l’uomo chiamato a risolvere i problemi offensivi della Roma. «Lukaku è uno dei migliori attaccanti a livello mondiale, fa la differenza, l’ha sempre fatta e la farà anche con noi quest’anno». Con l’arrivo di Paredes, Mourinho gli ha chiesto un altro sacrificio: giocare mezzala. «In questi anni ho giocato più partite davanti alla difesa quindi certi meccanismi mi vengono più in automatico e c’è più rapidità di pensiero. Se c’è bisogno di fare la mezzala la faccio al massimo. Col Milan era una partita difficile e abbiamo avuto poco la palla ed era un po’ tutto complicato. Non c’è più Matic, ma lui è voluto andare via ed è stato accontentato, noi non sapevamo niente. Ora pensiamo a ripartire: dobbiamo fare punti, non c’è niente da dire, bisogna solo cominciare a vincere».
Dopo Dybala e Renato Sanches, ieri si è fermato anche Houssem Aouar, uscito per un problema al flessore della coscia destra. Nelle prossime ore si sottoporrà ad esami strumentali per stabilire l’entità del problema.