La Gazzetta dello Sport (F. Licari) – Tutto o niente per Mou. Ieri niente e lamenti, oggi tutto e subito: l’iraniano Azmoun già qui, il revenant Lukaku in dirittura d’arrivo. Per arricchire un reparto che fino a ieri poteva contare soltanto su Belotti, rimasto però a secco per un anno e apparentemente risorto al debutto di campionato con una doppietta alla Salernitana.
La prospettiva ora è entusiasmante. Molteplici le soluzioni tattiche all’orizzonte per la Roma: un 3-5-2, un attacco con uno o due trequartisti, addirittura due centravanti assieme come Mou osava nei finali d’emergenza. Tutto gira attorno a Lukaku e Dybala, la coppia che sembrava non doversi mai incrociare (United-Juve) o mai giocare assieme (Inter). Ma questa è una folle estate di mercato. E non è finita.
Lukaku alla Roma non è come Lukaku alla Juve. Allegri lo voleva perché avrebbe velocizzato i tempi dell’anno zero”: perfetto per un 3-5-2 chiuso e ripartente. Il problema è che, avendo Vlahovic, avrebbe scambiato il futuro con il presente, rischio che la Juve sembra voler correre anche con Iling per Berardi. E poi la “prima” a Udine ha indicato la strada di una manovra meno affidata a lancioni e contropiede. La Roma invece non ha alternative, le serve un 9 da gol subito: perché Abraham è infortunato, Belotti deve confermarsi, speriamo anche per Spalletti, e Azmoun appartiene più alla categoria di Dzeko che a quella di Lukaku: attaccante di movimento più che ammazzasette d’area. Lukaku nell’immediato può risolvere a Mou tanti problemi.
Mou pare deciso a insistere con il 3-5-2, formula ideale per esaltare la coppia Dybala-Lukaku già al centro del mercato nell’estate 2019. United e Juve erano d’accordo per scambiarsi i due attaccanti, ma l’argentino fece saltare l’affare e Lukaku andò all’Inter. Da alternativi a coppia, per poco non succedeva: la Juve s’era sbarazzata di Dybala finito sul mercato, l’Inter era in agguato, ma Inzaghi preferì tenersi Correa.
Ora Mou ritrova il belga con il quale non era stato facile intendersi al Chelsea e allo United, prima di trovare feeling. Dybala-Lukaku può ricordare Lautaro-Lukaku. Non è la stessa cosa perché l’argentino nerazzurro è più centravanti e quello giallorosso più trequartista, ma la coppia sembra completa e ben assortita, Charles e Sivori redivivi. Soprattutto se sostenuta dalle incursioni di una mezzala (Pellegrini o Sanches) e di un esterno. In questo 3-5-2 Azmoun può sostituire il belga, offrendo un’interpretazione diversa degli schemi d’attacco, più palleggi e tecnica, meno forza d’urto. Ma potrebbe anche affiancare Lukaku: in fondo la Lukaku-Dzeko era il sogno di Conte accarezzato da Inzaghi.
Se il 3-5-2 è il sistema della Roma di oggi, all’inizio dell’anno scorso Mou imposta un 3-4-2-1 per sfruttare i due trequartisti, Dybala e Pellegrini, alle spalle di Abraham. Squadra per la verità Dybala-dipendente: se l’argentino gioca dal 1’ la media punti della Roma (2,28) è il doppio di quando non c’era. Non è però la miglior stagione per il centravanti inglese, lontano dal rendimento del primo anno, soltanto 8 gol e tanti problemi fino al grave infortunio. Con Lukaku e, in subordine, Azmoun, la storia potrebbe cambiare se Mou decidesse di avanzare Pellegrini sulla linea di Dybala: in fase offensiva sarebbe di fatto un 3-2-4-1, con gli esterni molto alti e Lukaku terminal. Come l’ultimo City.
Affascinante la soluzione più vintage, ovvero un 3-4-1-2 con il buon vecchio trequartista alle spalle di due punte. Platini, Zico e Maradona non giocano più, Messi è in America, e l’unica squadra che in Italia gioca con un 10 classico è l’Empoli con Baldanzi, l’ultimo dei mohicani. Però Dybala può occupare tutti i ruoli davanti, anche quello di falso 9. Lui dietro a due a scelta tra Lukaku, Azmoun, Belotti ed El Shaarawy sarebbe una soluzione molto offensiva, che richiede una mediana bloccata e non pare nei progetti di Mou. Ma anche lui non conosce il vero potenziale della “nuova” Roma. Sono tutti curiosi, cominciando dal campionato.