Corriere dello Sport (J. Aliprandi) – Qui le cose sono due: o la contestazione sonora lo stordirà, soprattutto emotivamente, frenandone gli slanci, oppure lo stimolerà al punto da moltiplicandone la ferocia realizzativa, come nei videogiochi in cui il calciatore accende il turbo con il fuoco sotto ai piedi.
Intanto la storia dei fischietti che lo aspetterebbero a San Siro per Inter-Roma ha prodotto la prima replica di Romelu Lukaku, criptico sul recente passato nella conferenza stampa di martedì in Belgio ma abbastanza determinato sul prossimo futuro, tra la partita di stasera contro l‘Austria: “Preferisco dedicare le mie energie al campo“.
Sembra un desiderio di autoisolamento personale, in realtà può suonare come una minaccia sportiva.
Mancano ancora 16 giorni alla partita, l’Inter deve ancora giocare due volte tra campionato e Champions, ma nella Milano nerazzurra il disprezzo verso il grande ex ha già avvampato gli animi, almeno all’interno della tifoseria organizzata.
Tralasciamo gli aggettivi poco gentili utilizzati dalla Curva Nord nel comunicato che preannuncia un’accoglienza ostile e concentriamoci sull’idea di sdegno quasi politico introdotta: all’ingresso del Meazza verranno distribuiti appunto 50.000 fischietti che serviranno ad assordare Lukaku ad ogni tocco di palla.
Sperando che l’atteggiamento simultaneo di così tante persone non impedisca all’arbitro di far sentire il proprio, di fischietto, che sarebbe anche il più incisivo sulla validità del gioco, resta da comprendere se lo sgradito volta faccia di un calciatore possa addirittura provocare un effetto distruttivo.
Esiste un’ampia letteratura di campioni che si esaltano davanti al muro umano di ostilità, invece che crollare sotto i colpi della disapprovazione.
Molti psicologi sostengono che anzi, verso personaggi egocentrici o comunque abituati alla vetrina, l’indifferenza sia la migliore strategia per sfruttarne le debolezze.
Ma per chi ama l’Inter dev’essere un rischio calcolato.
Di sicuro Mourinho, che prenderà sempre e solo applausi dagli interisti, preparerà il suo centravanti a dovere. E lui stesso, Lukaku, eserciterà lo spirito contro coloro che comprensibile: l’amore funziona così, non ne hanno sopportato il ripudio.
Peccato solo che a San Siro al 90 per cento non avrà al suo fianco Dybala, che già lo scorso anno sempre ad ottobre segnò un bel gol sotto alla Curva Nord mostrando la maschera: in quel caso era il giocatore, Paulo, a voler suscitare il rimpianto in chi non lo aveva desiderato abbastanza. Sempre emozioni forti, sono.