Gazzetta dello Sport (M.Cecchini – D.Chinellato) – È fatta, ma la sensazione è che un giorno la trattativa per portare Romelu Lukaku alla Roma – nella storia minima che il calcio racconta – sarà ricordata come una delle maratone più sfibranti che i tempi recenti abbiano fatto vivere, almeno per quanto riguarda i faccia a faccia al massimo livello.

José Mourinho può essere soddisfatto. Ieri, a Londra, il club giallorosso ha schierato tutto il proprio vertice per riuscire a quadrare un accordo che, oggettivamente, è stato pieno di sfaccettature e quindi di problemi. Infatti, oltre a Dan e Ryan Friedkin, a discutere con il “board” del Chelsea c’erano anche il general manager Tiago Pinto, la ceo Lina Souloukou e addirittura anche la “Chief of Financial Planning”, Anna Rabuano, quella che a Trigoria e a viale Tolstoj chiamano “la donna dei contratti”. Comprensibile, visto che la Roma – per quanto riguarda i paletti messi dalla Uefa riguardo al “settlement agreement” firmato lo scorso anno – cammina davvero sul filo del rasoio, ed è per questo che, per evitare sanzioni (come la riduzione del numero dei calciatori iscritti alle Coppe) è occorso fare dei miracoli di equilibro finanziario.

In fondo, il prestito oneroso di 5,8 milioni di euro più facili bonus per un anno (si era provato a chiederne due) e lo stipendio pattuito col giocatore per 7,5 milioni è stata la parte più facile (si fa per dire), perché il vero cuore della trattativa – per far sì che la cifra del prestito fosse quella e non più alta – è stata quella fra lo stesso Lukaku e il Chelsea per tagliare il suo stipendio anche futuro, e poi fra tutte le parti in causa per stabilire le ricche commissioni destinate agli agenti: circa 2 milioni che saranno pagate dalla Roma, mentre il Chelsea verserà i mesi di luglio e agosto.

Alla fine, complice l’estate folle che ha scelto di vivere dopo il voltafaccia compiuto ai danni dell’Inter, l’attaccante belga ha accettato le condizioni che le parti gli ponevano, anche se i dettagli specifici dell’accordo non sono stati ancora resi tutti noti. Sul fonte del Chelsea, a tenere le fila della trattativa, oltre al numero uno del club Todd Boehly c’erano i due direttori sportivi, Paul Winstanley e Laurence Stewart, mentre per il centravanti era al lavoro lil suo manager Sebastien Ledure. È ovvio che, alla luce delle premesse di inizio estate, per i Blues l’affare con la Roma alle cifre proposte dai giallorossi è di per sé poco appetibile, anche se risolve il problema Lukaku per la stagione 2023-24.

Ma una soluzione momentanea è diventata strutturale almeno sul fronte dello stipendio. Romelu col Chelsea ha un contratto fino al 30 giugno 2026 che – prima del taglio dell’ingaggio concordato ieri – con ancora 32,6 milioni di euro netti garantiti compresi i 10,9 di questa stagione. Ebbene, non sarà più così. È impossibile sapere che cosa succederà l’estate prossima, cioè se Lukaku, a 31 anni (nel 2024) tornerà a Londra, probabilmente con la stessa voglia di andarsene, ma almeno il Chelsea si è assicurato una serie di sconti e l’inserimento di una clausola di rescissione da 43 milioni di euro.

Lukaku, che da due giorni era a Londra anche per affrontare di persona le questioni più delicate, ieri sera ha già incontrato i vertici della Roma, con cui sbarcherà oggi (via Bruxelles) a Ciampino intorno alle ore 17 sull’aereo privato dei Friedkin, che sarà pilotato direttamente dal presidente Dan. Tra l’altro, i disagi che stanno provocando i controllori di volo inglesi hanno infatti fatto ritardare il previsto approdo dell’attaccante in mattinata.

Proprio per questa ragione, non è affatto certo che il centravanti possa svolgere subito le visite mediche presso la clinica Villa Stuart. Più probabile, perciò, che tutto venga fatto domani, così come l’arrivo nel centro sportivo di Trigoria, dove ritroverà Mourinho, che lo ha allenato sia al Chelsea che al Manchester United. L’allenatore portoghese, comunque, da giorni tiene le fila del rapporto col suo pupillo, che gli ha già comunicato come non veda l’ora di vestire la maglia giallorossa.

Dalla Roma, però, filtra anche un messaggio chiaro: il 2021 è stato l’anno di Mourinho, il 2022 quello di Dybala, il 2023 lo sarà di Lukaku. Morale: il progetto di crescita voluto dai Friedkin dal momento del loro arrivo al vertice del club giallorosso – agosto 2020 – è stato portato avanti con costanza. Per questo l’obiettivo indiscutibile della stagione dovrà essere solamente uno: l’approdo alla prossima Champions League. Il bagno di folla che attende Big Rom oggi pomeriggio, in fondo, ne è la dimostrazione più lampante.