Corriere dello Sport (G. Marota) – Roma e Real Betis non si sono mai incontrate in gare ufficiali, ma a loro modo sono unite da una visione. Entrambe infatti sono tornate a vincere nella passata stagione. Anche il motto delle tifoserie si assomiglia parecchio: il “chi tifa Roma non perde mai”, sulla sponda biancoverde di Siviglia diventa “manque pierda”, cioè il Betis si sostiene sempre “anche se perde”. Le similitudini, però, non finiscono qui.
Gli spagnoli, attualmente quarta forza della Liga (15 punti in 7 partite), prediligono il possesso palla e gli spazi stretti, la Roma il ribaltamento del fronte e l’attacco rapido della profondità. Ma gli uomini di Pellegrini non sono ossessionati dal fraseggio, come molti dei loro connazionali. E se in fase di possesso appaiono posizionati con due linee da 4 quando propongono si dispongono con un classico 4-2-3-1.
I terzini Montoya (ieri ha dichiarato: “Abbiamo una squadra per vincere ogni partita, vogliamo avvicinarci alla qualificazione“, ma è infortunato e all’Olimpico giocherà Ruibal) e Moreno si alzano andando quasi a “invadere” la metà campo avversaria, mentre i mediani Akououkou e Carvalho costruiscono il gioco insieme ai due difensori centrali; non c’è una vera e propria fonte, o quanto meno non è identificabile se non a partita in corso.
In difesa si sta ritagliando uno spazio sempre maggiore Luiz Felipe. E chissà che effetto farà, sull‘ex laziale, l’aria capitolina: oggi la riassaporerà dopo aver indossato la maglia biancoeleste per 144 partite. Nell’ultima gara di Liga contro il Celta Vigo l’italo-brasiliano è stato espulso per un fallo da ultimo uomo al 20′.
Nell’ultimo derby, quello vinto 3-0 dagli uomini di Mourinho, Tammy Abraham gli fece venire letteralmente il mal di testa: Luiz Felipe pere la marcatura sul centravanti sia in occasione del calcio d’angolo che portò all’1-0 giallorosso, sia nell’azione del 2-0 nella quale l’inglese siglò la doppietta. Domani sera cercherà il riscatto.