Quattordici schieramenti diversi in quattordici partite. La Roma multifacce disegnata da Luis Enrique ha scoperto forse la più brutta espressione. Colpa, forse, di una mancanza di identità: non esistono undici titolari, non esiste una copia di difensori centrali, anche il centrocampo, forse l’unico reparto che sembrava poter contare su delle certezze, è stato riscritto per far fronte alle assenze in attacco. Con queste incertezze, anche un minimo ritardo nel pagamento degli stipendi (due settimane, necessarie per definire l’operazione di anticipazione di crediti con la banca: nulla rispetto ai tre mesi di ritardo di un anno fa) viene percepito – o distorto? – dall’esterno come un segnale allarmante. Ma la tensione non manca neanche all’interno della Roma, dove tra spogliatoio e dirigenza l’altalena di risultati inizia a preoccupare qualcuno. “Ci attende una settimana grigia”: l’avviso ai naviganti del direttore sportivo romanista Sabatini rischia di essere un presagio indovinato.
DIFESA SOTTO ACCUSA – Il puzzle di Luis Enrique fatica a comporsi e anche Pjanic, Lamela, Gago, tra i più positivi fin qui, rischiano di perdere i riferimenti. In più, la rivoluzione tattica e l’integralismo alla catalana del “Tutti all’attacco”, si è scontrato con il conservativismo di due terzini bloccati – per stessa ammissione di Luis Enrique – come scelta tattica per far fronte agli esterni friulani. Luis Enrique resta convinto delle proprie idee, ma anche all’interno della società iniziano a preoccupare i continui passi indietro quando il peggio sembrava passato. I guai maggiori, però, sono in difesa. Dopo Burdisso, si ferma anche Kjaer, nuovamente tra i peggiori: i dubbi sui tre milioni spesi per il prestito iniziano a invadere la mente di più d’uno, a Trigoria. E, per un Juan ritrovato, c’è un caso Heinze, escluso da Luis anche dopo il ko del danese. L’argentino è passato in poche settimane da leader della difesa romanista a mistero: solo colpa della lite con l’allenatore? Intanto, la retroguardia crolla: nelle ultime 5 gare, 8 gol subiti sui 14 totali. E squadra sempre sconfitta contro chi la precede in classifica.
RETROMARCIA – “Una Roma involuta”: Sabatini e molti tifosi non hanno dubbi, al riguardo. Non è la prima volta: dopo una prova convincente, la Roma dimentica la trama. E, spesso, perde. È successo nel derby, dopo i sorrisi contro l’Atalanta. O a Genova (e poi col Milan), a seguito della vittoria col Palermo. Prima, anche l’ottimismo con cui si era lasciata Milano, dopo la sfida all’Inter, si è tramutato in un broncio al termine di Roma-Siena. Sensazione certificata dai numeri: appena cinque giorni prima la squadra aveva dominato il Lecce con un possesso palla costante (65 per cento) e una serie di occasioni da rete poi sciupate dai singoli, ma costruite in modo corale. Al Friuli, una Roma diversa: pochissima capacità di tenere il pallone, con appena il 53 per cento del possesso, pericolosità minima (30 per cento), soprattutto un solo tiro nello specchio, quello di De Rossi in apertura di secondo tempo, da distanza siderale. Che il giocatore più pericoloso sia stato Juan, tre conclusioni, rende l’idea. Un problema ricorrente. Non l’unico.
NOVE INFORTUNI: LA MALEDIZIONE DEL FLESSORE – Chiamatela maledizione, chiamatela sfortuna, o se preferite conseguenza. Ma il guaio muscolare che ha fermato Kjaer spalancando a Di Natale la via dell’1-0, non è casuale. O almeno, è lecito pensare non lo sia: per la nona volta nella stagione un giocatore della Roma ha riportato un problema muscolare al flessore. Proprio il difensore danese aveva già accusato lo stesso infortunio, una lieve lesione, subito dopo il derby. Il caso più noto resta però quello di Totti: per lui, si era trattato di una lesione nella parte tendinea del muscolo, con cui aveva dovuto poi fare i conti anche Pjanic. Solo per un risentimento, però. Più gravi invece gli stop capitati a Cicinho e Pizarro, rimasti fuori per una lesione di una certa entità a quello stesso muscolo. Per una lesione al flessore avevano lasciato il campo contro il Milan sia Juan che Borini: il brasiliano è rimasto fermo 3 settimane, l’attaccante dell’under 21 potrebbe rientrare a Firenze dopo oltre un mese ai box. L’ultimo caso, quello di Borriello, che domani insieme a Kjaer verrà valutato ecograficamente e clinicamente. In tutto, fanno 9 incidenti occorsi alla stessa area muscolare. Difficile da motivare: preparazione che grava eccessivamente su quella zona? O forse il fondo dei campi di Trigoria? Lo staff medico non esclude nulla, e lavora – già da qualche settimana, a dire il vero – sulla prevenzione. Il freddo dell’inverno, però, rischia di tramutarsi in un ostico sfidante. E la domanda resta: solo un caso?
Repubblica.it – Matteo Pinci
PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE