Scegliere subito un altro allenatore. Prendere un uomo d’esperienza, magari italiano, in grado di rendere competitiva la Roma fin da subito. Se, come sembra, le strade della Roma e di Luis Enrique si separeranno a Trigoria non si faranno trovare impreparati. Sono giorni frenetici questi al Bernardini: da una parte c’è la convinzione che il tecnico spagnolo meriti un’altra possibilità e si spera ancora che lui possa convincersi, quantomeno, a rispettare il contratto biennale; dall’altra c’è la necessità di fare i conti con il suo probabile addio. Non c’è molto tempo, la Roma vuole iniziare a programmare la prossima stagione e per farlo ha bisogno di avere le idee chiare sulla guida tecnica.
Quindi si guarda altrove, in attesa, entro massimo dieci giorni, di sapere cosa farà lo spagnolo. Se dovesse confermare l’intenzione di andar via la Roma volterà pagina. Come? Con un tecnico preparato e con un’idea di gioco ben precisa. Non solo: questo allenatore dovrà conoscere il campionato italiano, avere esperienza e carattere, necessario per governare una squadra che tende troppo spesso a lasciarsi andare. Magari senza l’intransigenza che ha caratterizzato alcune decisioni di Luis Enrique. Il toto-nomi è già cominciato. A quanto risulta la Roma non ha cercato André Villas Boas. Il tecnico portoghese piaceva e molto a Franco Baldini, contatti già c’erano stati lo scorso anno prima dell’arrivo di Luis Enrique ma adesso non è una strada percorribile. Primo: la società vuole (vorrebbe) un allenatore che conosca bene il calcio italiano. Secondo: Villas Boas viene da un fallimento col Chelsea e nessuno a Trigoria vuole passare un altro anno di transizione. Terzo: il portoghese vuole molti soldi e si porterebbe dietro uno staff (non solo tecnico) molto numeroso. Troppo. Eccessivo. La stampa portoghese, A Bola in particolare, ieri dava in dirittura d’arrivo l’accordo e Carlos Goncalves, uno dei suoi agenti, spiegava a Rete Sport: «Per ora non posso confermare le voci di queste ore sul presunto accordo tra Villas Boas e la Roma. In questo momento è in vacanza e non ha ancora preso una decisione. Si era parlato di lui già tempo fa accostandolo alla società giallorossa, di sicuro lui sarebbe onorato di guidare una società così importante, ma è presto per parlarne». La Roma ovviamente non ha commentato queste indiscrezioni. Perché un allenatore ce l’ha e lo rispetta. E perché l’interlocutore dei giallorossi, nel caso, sarebbe Jorge Mendes, l’agente anche di Mourinho. Il quale, peraltro, avrebbe detto: «La Roma è una grande squadra che gioca in un campionato importante. Sarebbe una buonissima ipotesi per lui».
Difficilmente succederà. Così come, rimanendo sempre in tema di nomi stranieri, difficilmente arriverà uno tra Guardiola e Bielsa, allenatori che interessano eccome a Trigoria ma che, per motivi diversi, sembrano lontani anni luce dalla Roma. Il primo vorrebbe prendersi un anno di riflessione e aspetta proposte di club di primissima fascia, il secondo pare orientato ad aprire un ciclo a Bilbao. La scelta quindi ricadrà su un nome italiano. Due sembrano in prima fila: Prandelli e Allegri. Più staccati Montella e, eventualmente, Pioli. Il primo è il preferito di Baldini: fu lui a portarlo a Roma nell’estate del 2004 come successore di Capello. Un rapporto durato pochi mesi, viste le dimissioni dell’attuale ct azzurro impegnato a stare accanto alla moglie malata. Otto anni dopo la storia potrebbe ripetersi. Potrebbe, appunto. Perché in mezzo ci sono un Europeo da giocare e una decisione, quella di rinuncia all’Italia, non facile da prendere. Chi ha avuto modo di parlarci di recente dice che Prandelli non pensa ad altro che non sia la Nazionale e ci vorrebbe un mezzo miracolo per convincerlo a lasciare al termine della rassegna iridata. Più semplice la strada che porta ad Allegri, sempre più lontano dal Milan. Il tecnico toscano avrebbe inviato più di qualche segnale a Trigoria, così come ha fatto Mazzarri, che però non interessa più per motivi caratteriali che tecnici e tattici. C’è poi l’ipotesi Montella: lui tornerebbe di corsa e da trionfatore, dopo essere stato allontanato un anno fa, ma pare davvero difficile che la società possa fare un passo indietro così grande nonostante la stima per Vincenzo. Infine, è circolato il nome di Pioli, incontrato già l’anno scorso da Sabatini. Ai dirigenti piace, ma dopo un anno così complicato la domanda è una: come reagirebbe al piazza a un nome di così poco appeal e alla prima esperienza in un club importante?
Il Romanista – Chiara Zucchelli