Luis Enrique sarà quel che sarà, ma è un uomo di parola.
Aveva detto, in tempi non sospetti: «Guarderò la classifica solo nelle ultime dieci giornate». Eccoci. «A questo punto — ha ammesso ieri il tecnico asturiano — inizia il bello del campionato, quello che dirà cosa faremo l’anno prossimo. Dopo il derby nessuno pensava avremmo potuto lottare per l’Europa, e invece siamo ancora lì, vicini al terzo posto. È uno stimolo grandissimo per la squadra». Lotta dura senza paura «Non so quante possibilità abbiamo di arrivare terzi — ancora Luis —: se riusciamo a correggere certi errori possiamo restare attaccati alle concorrenti, ma non sarà facile». Non sarà facile nemmeno entrare nell’ultima fase del campionato col piede giusto.
All’andata, col Milan, non ci fu partita. «Già — ricorda l’allenatore —, in campo ci fu troppa differenza, non ebbi mai la sensazione di poter vincere. Oggi mi sento di dire che noi se non dimostreremo il 100% non vinceremo, mentre loro anche se non sono al 100% possono vincere. La differenza è tutta qua». E non è poca. «Per battere il Milan dovremo fare la partita perfetta. Ci darebbe tanta fiducia. Magari trovassimo i rossoneri distratti dal pensiero del Barcellona. Ma non succederà». Che altro aggiungere? «Che si potrebbe perdere questa — ci prova Luis Enrique — e vincere le altre nove». E in effetti si potrebbe credere anche all’esistenza di Babbo Natale, siamo lì. «Però questa sfida arriva in un ottimo momento: ho rivisto la vittoria sul Genoa, non è stata poi così brutta». (…)
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano
Gazzetta dello Sport – Alessandro Catapano