Da solo, come sempre. Mi devo concentrare e non voglio nessuno attorno. Strillerò da solo? Pazienza, l’importante è che strillo, perché vuol dire che ha segnato la Roma, la nostra Roma che s’è rinnovata tanto e piano piano sta crescendo. Gli acquisti fatti sul mercato mi piacciono,l’allenatore pure ma per dare un giudizio su di lui aspetterei lunedì. Solo quel giorno si potrà dire chi è davvero Luis Enrique. A Trigoria ci sono tante facce nuove, a cominciare dai proprietari. La gestione americana non mi dispiace affatto. L’importante è che questi signori si appassionino sul serio alla squadra che hanno comprato.
Spero siano venuti qui per fare una grande Roma e non solo per speculare. Ci mancherebbe, possono e devono fare anche quello, ma rimanendo nel giusto. Domani mancherà Totti, un’assenza abbastanza grave ma la Roma di quest’anno è in grado di rimpiazzarlo con giocatori all’altezza e sono convinto che possiamo vincere lo stesso. Non sono un allenatore e spetta a Luis Enrique decidere chi deve giocare al posto suo. Si dice Pjanic e mi sembra una buona scelta. Mi dispiace per il capitano però se lui si prende un’influenza la partita bisogna giocarla lo stesso. Intanto mi sono divertito a ascoltarlo in conferenza stampa: è stato simpatico ed equilibrato. I laziali si sono offesi? Non capisco, la battuta su Reja ci stava tutta. E poi perché Rocchi gli ha dato del comico? Di fronte avremo una Lazio che si è consolidata acquistando due bravi giocatori come Klose e Cissè. Prevedo un pareggio, ma da tifoso non mi andrebbe bene per niente: voglio vincere, come è successo le ultime cinque volte.
IL TEMPO – E. MORRICONE