IL TEMPO – Vinciamo pure a Bologna, la patria del tortellino, ma a Roma preferiamo i rigatoni all’ amatriciana, i bucatini li mangiano a Torino da quel processo Guariniello dove il patteggiamento fu obbligatorio.
Ma il campo come al solito passa in secondo piano. La mancata espulsione di Vidal e il rigore non dato a El Kaddouri, tutto a favore dei gobbi. Inoltre mettiamoci la lo spocchia e malafede: negano l’evidenza! Sembrava una di quelle domeniche disgraziate, caratterizzata dall’ennesimo scempio arbitrale pro-Juve, roba da farti «rimpone» la cena, e invece ti siedi a tavola e, con la curiosità delle sòcere, posi gli occhi sui «regionali». Preoccupato mica dall’esito della partita, ma dalla contestazione: «Libera la Lazio» rivolto a Lotito è uno slogan che non può far star tranquillo nessun romanista! «Giù le mani da Lotito», ti viene da rispondere al televisore. Ci vuole poco a raddrizzare la serata: appena ti ritrovi quel faccione davanti ai microfoni senti dire proprio quello che desideri: «Lascerò la Lazio a mio figlio». Ottimi profeti i ragazzi della Nord, qualche derby fa ricordo una coreografia propiziatoria: di padre in figlio. Ultimo pensiero per i «testoni» napoletani: vi saluta Calaiò.