Giacomo Losi, storica bandiera della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di soccermagazine.it. Lui, tra i pilastri della storia giallorossa, ha voluto commentare la cessione in prestito di Alessandro Florenzi. Queste le sue parole:
La Roma è uscita dalla Coppa Italia, ma è ancora in gioco per l’Europa League. Secondo Lei si può pensare di vincere la competizione o sarà snobbata come accade spesso in Italia?
“Io spero di no, deve molto ai tifosi e per questo deve impegnarsi sempre su tutti i fronti anche per dare lustro a quello che sta facendo”.
Negli ultimi tempi la Lazio sta andando forte, ha conquistato sia la Coppa Italia l’anno scorso sia la Supercoppa e oggi lotta per lo scudetto. Da storica bandiera romanista, cosa pensa della squadra di Inzaghi?
“Penso che sia una buona squadra, che merita il posto che occupa. Sta dimostrando di essere una squadra competitiva al massimo e si sta comportando molto bene”.
Oggi in Coppa Italia sono rimaste Napoli, Inter, Milan e Juventus. Crede che in particolare i partenopei possano compiere un miracolo o il Napoli si è svegliato un po’ troppo tardi?
“Mah, è dura quando si incontrano queste squadre qua. Loro poi sono abituate a vincere, sono sempre partite molto difficili, però il Napoli è ben attrezzato per fare risultato anche contro queste squadre”.
La Roma ha appena ceduto in prestito al Valencia Florenzi, che Lei ha sempre stimato. Non è escluso che a giugno il ragazzo possa tornare, ma i tifosi lo vedono già come un addio. Lei è rimasto più deluso in questo caso o con l’addio di De Rossi a maggio?
“Questo mi è dispiaciuto molto perché Florenzi è un giocatore molto valido e faceva comodo alla Roma. Purtroppo ha fatto questa scelta, non so perché l’abbia fatta… però io non l’avrei mai fatta perché io mi sono attaccato solo alla Roma, ho giocato solo nella Roma perché quando mi chiamavano le altre squadre io dicevo sempre di no. Mi ero attaccato a questa squadra in una maniera viscerale, diciamo così”.
Secondo Lei Florenzi non è stato un po’ sacrificato nella sua carriera venendo impiegato spesso in un ruolo che non è il suo?
“Beh, però si poteva adattare anche a fare gli altri ruoli che ha fatto, perché è un giocatore molto intelligente, un ragazzo che si dedicava molto a quello che gli chiedeva l’allenatore. Un ragazzo da sfruttare in tanti modi, perché aveva delle capacità enormi per fare certi ruoli. Purtroppo è andato via e mi dispiace molto perché io lo apprezzavo molto come giocatore”.
Prima dell’ultimo derby Ruggiero Rizzitelli ha salutato la Curva Sud che lo ha accolto con un affetto travolgente, tanto da impressionare persino Fonseca. Considerando che a distanza di anni i campioni sono tanto amati, crede che bisognerebbe fare di più per trattenerli?
“Io penso di sì. Questi campioni che sono amati andrebbero resi partecipi anche nella società dopo la carriera, perché sono elementi importanti”.
A proposito di campioni: quando vede all’opera le grandi stelle di oggi come Cristiano Ronaldo che sono quasi delle aziende umane, cosa pensa ricordando com’era il calcio ai Suoi tempi?
“Beh, io non voglio fare paragoni, però ho giocato con grandi giocatori come Di Stefano, Pelè, Garrincha, che te la incartavano la palla. Lui sta dimostrando di avere un certo valore, però noi li esaltiamo un po’ troppo adesso questi giocatori”.
Lei è tra coloro che preferirebbero vedere la Roma cambiare presidente o ha fiducia nell’operato di Pallotta?
“Mah, io ho fiducia in questa dirigenza perché mi sembra che stia operando bene con la Roma. Mi auguro che continui a farlo per gli interessi di questa società. Cambiare troppo non mi starebbe bene perché mi sembra che questi dirigenti siano all’altezza della situazione”.