Il Tempo (A.Serafini) – Un altro derby senza curve, un’altra storia che ormai sembra aver preso i contorni di una consuetudine. Domenica all’Olimpico il derby romano lascerà spazio soltanto al giudizio del campo, quello che per tanti anni non poteva comunque fare a meno del fascino e dello spettacolo che veniva registrato sugli spalti. La protesta delle tifoserie romane invece continuerà anche nel secondo appuntamento più sentito della capitale, unita dalla volontà di non scendere a compromessi con le istituzioni italiane, ree di aver inasprito senza evidenti motivazioni le norme di sicurezza all’interno dell’Olimpico. Come nell’ultimo derby quindi, entrambe le curve rimarranno semi deserte, lo stadio perderà il volume del tifo durante la gara limitandone così anche le aspettative. Per questo la città si muove stancamente verso il record minimo di presenze della storia del derby capitolino: a meno di una settimana dal calcio di inizio sembra già un miracolo l’ipotesi di raggiungere quota 30000 tra gli abbonati e chi si sta presentando alla vendita libera. Dai circa 14500 abbonati biancocelesti dovranno essere escluse almeno 5000 presenze sparse, considerando i «disertori» della curva nord e il resto degli altri settori (in protesta tra l’altro anche con la gestione del presidente Lotito).
Un dato a cui aggiungere la parte romanista, che finora è riuscita a staccare poco meno di 6000 tagliandi. La possibilità di acquistare il posto non confermato in prelazione dagli abbonati non è stata al momento esercitata come accaduto invece nella sfida di andata degli ottavi di Champions League con il Real Madrid, quando l’Olimpico si riempì nonostante la mancanza del tifo organizzato. Il derby evidentemente continua a perdere il proprio appeal, meno amato di una partita europea di primo livello e abbandonato a causa dell’obbligo di non poterlo vivere come in passato. Un triste epilogo che continua a seguire i numeri e la linea della stagione attuale in cui il derby di andata giocato nello scorso novembre registrò appena 35253 spettatori paganti. Un totale a cui sottrarre dalle 4 alle 5 mila presenze in curva sud, rimaste a casa per la protesta. Se nei prossimi giorni quindi non avverrà una poderosa (ma improbabile) accelerata, non è esclusa la possibilità di assistere alla prima stracittadina con poco più di 20000 spettatori. Un abisso di distanza dai fasti degli anni ’90 e dal record storico fissato nella stagione 1969/1970 quando l’Olimpico sfiorò il massimo della capienza ospitando circa 80000 paganti. E finché qualcuno tra le parti in causa non deciderà di compiere un passo indietro, difficilmente le cose cambieranno. Almeno nel breve periodo.
I sistemi ferrei di pre-filtraggio fuori e nei pressi dell’impianto, l’innalzamento delle barriere divisorie nelle curve e le multe comminate in passato per il cambio posto sono gli aspetti principali che hanno convinto i gruppi di Roma e Lazio nell’alimentare la protesta contro le norme adottate da questura e prefettura. Il crollo delle presenze non ha subito cambiamenti sostanziali in ogni singola gara di campionato disputata in stagione, anzi in più di un’occasione sono state trovate soluzioni alternative per vivere la gara insieme. Per il derby di domenica gli ultras laziali hanno organizzato un maxi schermo in una struttura in grado di ospitare 1500 persone mentre i cugini romanisti si riuniranno davanti a Campo Testaccio per poi proseguire nel ritrovo nei pressi di lungotevere.