L’Olimpico non perdona Pallotta

Nella lettera a cuore aperto pubblicata sabato scorso, Daniele De Rossi ha invitato i tifosi a mettere da parte la rabbia. Un sacrificio non da poco per chi ha tanto amato il centrocampista per 18 anni e ieri lo ha visto dire addio alla maglia a cui ha dedicato un’intera carriera. All’Olimpico i cancelli sono stati aperti alle 18 e, nonostante la pioggia che non dato un attimo di tregua, all’appuntamento con la storia si sono presentate 62.304 persone. Famiglie, bambini, adulti e turisti hanno acquistato un biglietto per essere presenti a una celebrazione che resterà scolpita nella mente di tutti. Sono migliaia quelli che indossavano la maglia del numero 16, alcuni l’hanno comprata agli store nei pressi dell’impianto, qualcuno ha rispolverato quella di Totti, ex capitano come Daniele, altri invece ne hanno indossata una rossa con la scritta DDR. Nonostante l’invito alla calma partito proprio dal protagonista della serata, James Pallotta è rimasto nel mirino degli ultras che con uno striscione apparso nei pressi di piazza Mancini hanno rincarato la dose di insultiSu stemma e caro prezzi temi a noi cari, hai pensato solo ai tuoi sporchi affari. Giù le mani dalla nostra passione, buffone»). Non solo il presidente al centro delle polemiche, ma anche l’ad Fienga, il vicepresidente Baldissoni e il consulente Baldini, a cui sono stati indirizzati striscioni con contenuti molto pesanti. La celebrazione per Daniele si è alternata alla contestazione contro chi ha deciso di pensionare una bandiera della Roma senza preavviso. Per la prima volta da quando il club giallorosso è guidato dagli americani, i cori di protesta intonati dalla Curva Sud hanno coinvolto tutti i 60 mila tifosi dell’Olimpico. Lo riporta Il Messaggero. 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti