La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Quattro traverse sono dure da digerire. Esattamente come quei 46 tiri in porta. Negli ultimi venti anni ne aveva fatti di più solo l’Atalanta (47) con l’Empoli il 15 aprile del 2019. Eppure ieri all’Olimpico è successo tutto questo, quasi come in un film dell’horror, a rovinare l’ultima festa giallorossa all’Olimpico e a complicare maledettamente la corsa all’Europa del prossimo anno (considerando che nelle ultime cinque partite di campionato la Roma ha portato a casa solo tre pareggi).
Mou, alla fine, ha voluto ringraziare lo stesso la sua gente, portando i ragazzi sotto la curva per ricambiare il grande affetto che il pubblico giallorosso ha tributato alla squadra anche ieri sera. Qualcuno si è emozionato lo stesso, qualcun altro aveva ancora il volto deluso. Mourinho era tirato in volto, avrebbe voluto salutare l’Olimpico con una vittoria.
E a qualcuno altro è tornato in mente di colpo un altro pareggio maledetto con il Venezia, il 2-2 (questa volta al Penzo) del 2002, l’anno dopo lo scudetto. Un pari che pesò come un macigno sul bis tricolore esattamente come quello di ieri può essere decisivo nella corsa all’Europa.
Ieri la Roma è stata oggettivamente sfortunata, la partita a conti fatti poteva finire anche 4 o 5-1. C’è però una constatazione, da quando Mourinho ha perso Mkhitaryan nella ripresa della gara di Leicester la Roma fatica da matti a fare gol. Esattamente due sole reti (quella di ieri e quella dell’1-0 casalingo con il Leicester) in quattro partite e mezzo, considerando anche lo 0-0 con il Bologna e la sconfitta per 2-0 in casa della Fiorentina.
Insomma, senza Micki è come se si fosse spenta la luce. O, almeno, offuscata. Anche se poi il Venezia porta fortuna all’uzbeko Eldor Shomurodov, ad esempio, che le aveva segnato anche all’andata (due dei suoi tre gol in campionato sono arrivati proprio con i lagunari). “Sono felice per il gol, lo volevo da tempo, anche se sarebbe stata meglio la vittoria – ha detto a fine partita l’attaccante uzbeko – Adesso dobbiamo solo pensare a chiudere il campionato nel miglior modo possibile con il Torino, poi la testa volerà a Tirana, per la partita con il Feyenoord. Quella sfida può cambiare il senso di tutta la nostra stagione“.