Corriere Dello Sport (R.Maida – D.Rindone) – Il derby di notte, quattro anni dopo l’ultima volta, è iniziato a metà pomeriggio, alle 16, due ore prima dell’apertura dei cancelli avvenuta alle 18. Tanti tifosi della Nord si sono ritrovati a Ponte Milvio, punto d’incontro tradizionale, altri hanno raggiunto l’Olimpico percorrendo Ponte Duca d’Aosta. Quattro chiacchiere, un panino mangiato al volo mentre i reparti a cavallo della polizia, vigilanti speciali, marciavano al trotto per sorvegliare la zona e alcune camionette stazionavano ai bordi delle strade per garantire la viabilità ed evitare intasamenti. I tifosi della Roma si sono incanalati da Piazzale Clodio e da Ponte della Musica per raggiungere l’Olimpico. Al Foro Italico la videosorveglianza ha registrato ogni movimento, le aree non coperte dalle telecamere sono state controllate dalla polizia scientifica. Ponte Duca d’Aosta è stato tenuto sotto controllo sin dal primo pomeriggio, per tutta la serata, sino a notte. Servizi di intelligence, artificieri, unità cinofile: in strada mille agenti.
LE BARRIERE – E’ stato un derby-esame, il primo con le barriere abbassate nelle Curve, ieri misuravano 1 metro e 10 centimetri, il primo passo verso la disinstallazione. E’ rimasto l’obbligo di rispettare categoricamente il posto assegnato, è rimasta la regola ferrea di non scavalcare i divisori, per quanto più bassi sempre presenti in Nord e in Sud, invalicabili. I confini sono stati sorvegliati dagli steward e rispettati. Il plotone è stato rinforzato, gli uomini impegnati hanno raggiunto le 800 unità per ovviare all’assenza delle barriere, contestatissime dai tifosi delle Curve sin dall’estate 2015. Gli steward, una trentina per ogni scala, con le pettorine gialle, si sono schierati in fila, gradino per gradino, sul doppio lato delle ringhiere.
LA CORNICE – Il derby di notte e le barriere mini non hanno spinto i tifosi a ripopolare tutto l’Olimpico, si sperava in una partecipazione più ampia, si sono contati poco meno di 30mila spettatori. La Curva Nord e i Distinti Nord si sono riempiti tutti, hanno ospitato 20mila laziali. In Tevere, settore riservato solo agli abbonati laziali, si sono contati gli assenti più che i presenti, il colpo d’occhio è stato desolante per le restrizioni. In Monte Mario si sono alternati gli spazi occupati e gli spazi vuoti. La Sud (sempre impegnata nella protesta) è stata di nuovo semivuota, i romanisti si sono ammassati nei Distinti. In mattinata all’Eur era comparso uno striscione anti-barriere (di qualsiasi misura) firmato dalla Curva romanista: «Potete abbassarle quanto vi pare ma dovete toglierle per farci tornare». In compenso, come documentato da un video del team manager Zubiria, un centinaio di tifosi ha accolto con cori e fumogeni la squadra all’uscita in pullman da Trigoria in direzione stadio. Un modo per testimoniare la loro carica. Dentro l’Olimpico però c’erano circa diecimila romanisti.
I BUU E LO SPEAKER – La macchia: brutti i buu rivolti da una parte della Nord a Rüdiger, si sono uditi 3-4 volte a metà primo tempo, mischiati ai fischi. L’arbitro Irrati (che sospese Lazio-Napoli nel 2016 per i cori contro Koulibaly) ha chiesto l’intervento dello speaker, il quale ha letto il messaggio anti-discriminazione e ha avvertito del rischio sospensione del match se fossero proseguiti. Si sono ripetuti una volta nel secondo tempo.