Il portiere della Roma, Bogdan Lobont, ha rilasciato un’intervista ad AsRomaMembership, dove ha parlato anche dell’esperienza con la Fiorentina in quel 1-1 del 2006, in cui fece parate sensazionali salvando il risultato.
Ecco le parole del portiere giallorosso:
“Quando sono arrivato a Roma, Perrotta per mesi mi ha chiesto come avevo fatto a parare con un tuffo il suo colpo di testa ormai in rete. Venivo da due prestazioni così così, e fu la mia gara del riscatto. Ci sono quelle partite in cui tutto va al meglio”.
La Fiorentina è stata la sua prima squadra in Italia, come andò l’ambientamento?
“Alla grande! Mi inserii subito senza problemi. Forse perché culturalmente Romania e Italia non sono così lontane, anche dal punto di vista della lingua. Trovai un bel gruppo che mi fece subito sentire a mio agio”.
Dopo la Fiorentina, la Dinamo di Bucarest e poi di nuovo Italia, questa volta alla Roma.
“Venni alla Roma durante la convalescenza dall’infortunio al ginocchio e poi sono rimasto qui”.
Come mai venne a curarsi a Trigoria?
“Grazie al mio amico Chivu e al procuratore Pietro Chiodi, venni a fare rieducazione con Silio Musa. Sono queste le tre persone che dovrò sempre ringraziare per avermi portato alla Roma. Prima mi allenavo a turni alterni alla prima squadra e poi quando mi hanno proposto il contratto è stato tutto naturale. Sono stato felicissimo perché ero già perfettamente ambientato”.
In questi anni ha cambiato molti allenatori, c’è uno che le ha lasciato qualche cosa di diverso dagli altri?
“Da ognuno ho avuto modo di imparare qualche cosa. Io ho un carattere che mi fa star bene con tutti, cerco sempre di comportarmi da professionista e di solito per questo vengo sempre ben ripagato”.
E Garcia, che tipo è?
“È un grande! Ha fatto davvero un ottimo lavoro quest’anno. Oltre ad essere un bravissimo allenatore, un professionista serio, è un grande uomo. Ha saputo dare stimoli a tutti. Per lui contano allo stesso modo chi gioca ogni partita e chi no, riesce a coinvolgere tutto il gruppo”.
Come valuta la stagione della Roma?
“I risultati parlano da soli”.
La sconfitta dello scorso 26 maggio è stata davvero l’inizio della rinascita?
“Perdere in quel modo è difficile da accettare. Io provo a non pensarci perché ancora brucia. Ma è vero che ogni sconfitta fa diventare più forti, fa crescere”.
Cosa ha la Juventus in più?
“8 punti…”.
Lo scorso settembre avrebbe firmato per trovarsi alla situazione odierna: a cinque giornate dalla fine al secondo posto a debita distanza dalla terza in classifica?
“I nostri risultati sono il frutto del lavoro quotidiano. Tutti noi abbiamo lavorato duro durante la settimana e poi la partita è come un esame. Se sei preparato lo superi bene. Se ti sei impegnato, sei sicuro dei tuoi mezzi e ti imponi sugli avversari”.
Chi dei suoi compagni l’ha stupita positivamente?
“Tutti. Poi c’è uno di noi che sta un gradino sopra gli altri. In Romania mi chiedono solo di lui; del capitano Francesco Totti. Lui è un esempio per tutti. Il suo segreto non lo dirà a nessuno, è un professionista, che da in campo sempre un po’ di più del 100%”.
Parliamo un po’ della gara di sabato: che partita si aspetta?
“Sarà una gara difficile, ma sicuramente bella. Come sempre del resto. Tra due formazioni che giocano un buon calcio. I veri fortunati saranno i tifosi che potranno assistere ad uno spettacolo di livello”.
Chi è la favorita?
“Io di solito non faccio pronostici. Noi andiamo a Firenze per fare il massimo e far sì che venga fuori una bella prestazione”.
Crede possa esserci un lieve calo di tensione dopo i risultati della scorsa giornata?
“Assolutamente no, mancano 5 gare e ci sono 15 punti a disposizione. Il nostro dovere è fare dare il massimo fino alla fine”.
Chi fa più paura dell’organico dei viola?
“Sono una squadra forte allenata da un mister molto capace. Da quando sulla panchina c’è Montella hanno sviluppato un bel gioco”.
Ci saranno tanti gol?
“Non lo so, ma spero almeno uno in più per noi…”.