Corriere dello Sport (R. Maida) – Ha vinto una partita complicata senza i cinque giocatori che nei piani estivi avrebbero dovuto garantire alla Roma il salto di qualità: Dybala, Pellegrini, Abraham, Zaniolo e Wijnaldum. Ha vinto con le alternative, tra riabilitati (Karsdorp, Spinazzola) giovani rampanti (Bove) ed esordienti (Solbakken), battendo il Verona che in questo inizio di 2023 aveva un rendimento degno di un piazzamento europeo. José Mourinho non poteva che essere orgoglioso del risultato ma soprattutto dello spirito di sacrificio e umiltà dimostrato dal gruppo, ora autorevole candidato a una poltrona Champions.
Per questo, con un gesto insolito, al fischio finale di Sozza ha chiamato a sé tutti i giocatori e tutti i componenti della panchina per pronunciare un breve discorso. Da leader, da sciamano. “Dovete essere orgogliosi di voi – ha detto – avete ottenuto una grande vittoria con il contributo di tutti, quelli che hanno giocato e quelli che erano fuori. Avete fatto vedere ciò che valete come persone”.Raccolta in un cerchio d’acciaio, la Roma si è sentita unita come non mai.
Mourinho è un tipo abituato a guardare avanti. E così, mentre in sala stampa sottolineava il vantaggio fisico del Salisburgo che “in questa domenica è stato in una spa austriaca: dei titolari hanno giocato solo in tre”, ai giocatori nel discorso ha chiesto tutt’altro: “Giovedì è una partita troppo importante. Questa è andata bene, ora testa alla prossima. Dobbiamo vincerla a tutti i costi“. Mourinho ha dato l’esempio: ieri dopo l’allenamento è andato a vedere la partita della Primavera. Non sia mai che trovi qualche altra pepita da estrarre.