I lunghi sorrisi mostrati all’inizio della stagione sembrano ormai svaniti del tutto, ma il tempo per recuperare non è finito. Anzi. È stata comunque una parabola particolare quella di Adem Ljajic nella prima stagione alla Roma, partita forse troppo rapidamente e scesa con la stessa velocità nel momento più delicato. Il ventiduenne serbo arrivato in estate dalla Fiorentina per 11 milioni (più 4 legati ad eventuali bonus) ha collezionato finora 21 presenze mettendo a segno 5 reti (insieme a Strootman, Gervinho, Benatia e Florenzi è il secondo cannoniere della Roma in campionato ad un solo gol da Destro).
Numeri sicuramente contraddittori per la valutazione di un campionato che finora ha registrato una tendenza al di sotto delle aspettative generali. Anche perché le occasioni non sono mancate: Ljajic è partito titolare in 7 occasioni, subentrando 9 volte dalla panchina e con sole 5 sostituzioni avvenute nell’arco della gara. Garcia lo ha spesso responsabilizzato regalandogli un ruolo primario nelle sfide più importanti. Dalla gara con la Juve a Torino a quella del San Paolo con il Napoli nelle semifinali di Coppa Italia il bilancio ha registrato sempre lo stesso epilogo: la stella non brillava e il malumore è cominciato a montare. D’altronde non è certo un mistero che Ljajic abbia già mostrato piccoli segnali di insofferenza, soprattutto nell’ultimo periodo. Più che altro con se stesso, reo di non essere ancora riuscito a dimostrare in pieno il proprio potenziale e per una inconfutabile discontinuità che lo ha fatto retrocedere nella scala gerarchica.
Per Garcia l’attenzione e la concentrazione deve rimanere sempre alta anche quando si parte della panchina, un aspetto che è venuto a mancare nell’ultima sfida di campionato con il Napoli quando Ljajic, entrato a venti minuti dal termine, non ha mostrato la grinta e la cattiveria richiesta. Il gol vittoria di Callejon arrivato nel finale ha poi complicato il tutto, tanto da convincere Garcia a lanciare, per la prima volta, un segnale ben chiaro a uno dei suoi giocatori: «L’occasione del gol? Il nostro attaccante destro deve difendere su Ghoulam, molto semplice». Un riferimento per nulla casuale che s’è poi protratto qualche giorno dopo in colloquio privato tra i due a Trigoria. La «lezione» del San Paolo infatti dovrebbe rispedirlo in panchina anche lunedì con l’Udinese, confermato dalle prove tattiche che in settimana hanno visto alternare Florenzi e Bastos nella formazione titolare accanto a Gervinho e uno tra Totti e Destro. Una situazione che non è passata inosservata neanche in Europa, dove sono cominciate a trapelare voci sul possibile addio a giugno. Se dall’Inghilterra si parla già di un’offerta di circa 10 milioni del Liverpool, a Trigoria il ragazzo viene considerato uno dei cardini del futuro, anche per la giovane età (il contratto lo lega ai giallorossi fino al 2017). Gli elementi per ripartire non mancano: dopo circa due anni e uno sperato cambio nella guida tecnica, Ljajic ha ritrovato la maglia della Nazionale serba. Ora deve dimostrare di meritarsi anche quella giallorossa.
Il Tempo – A.Serafini