Ljajic: “La gente non è abituata alle panchine in tribuna. Giochiamo il più bel calcio d’Italia”

Adem_Ljajic

L’attaccante giallorosso Adem Ljajic ha rilasciato un’intervista ai microfoni di RomaRadio. Queste le sue dichiarazioni:

Felice del gol di Parma? Non è stato facile per te Francesco?
Era arrivata una palla splendida da Francesco, quando arriva una palla cosi devi fare solo gol“.

Un attaccante è legato solo ai gol?
“Io non la penso così, altri sì. Un attaccante è importante che faccia gol, ma soprattutto deve entrare in campo per dare il massimo, aiutando i compagni. Non possono correre loro e noi aspettare i palloni li davanti”.

Quale è l’umore dopo domenica?
Mi hanno detto di non parlare di quello che è successo domenica . Moviola in campo? Non lo so, mi piace entrare in campo e dare il massimo per i compagni, provare a vincere sempre. Qualche partita, come domenica, è meglio che ci sia, ma adesso non c’è. Speriamo di migliorare su questa cosa“.

A Torino panchine in mezzo al pubblico. Come è andata?
La gente non è abituata alle panchine vicine alla tribuna. Devono abituarsi ancora per avere più rispetto di noi. E’ successo tanto, ma alla fine cosa dobbiamo fare? Dobbiamo guardare avanti, sicuro ho risposto, ma altro non dobbiamo fare. Dobbiamo stare tranquilli perchè se il mister ti fa entrare devi entrare con la testa fredda. Quando faremo il nuovo stadio noi, speriamo che i nostri tifosi non facciano queste cose“.

Sul campo Roma ad armi pari con la Juve?
Abbiamo giocato bene domenica, siamo entrati in campo con la testa fredda, giocando il nostro calcio. Abbiamo anche segnato due gol, presi tre che non sono regolari, ma contro questo non possiamo farci niente. Il nostro lo abbiamo fatto. Andiamo avanti per la nostra strada. Giochiamo partita per partita e proviamo a vincerle tutte“.

Su Garcia?
Sono arrivati tanti giocatori nuovi. Adesso è tutto più facile, conosciamo anche il mister, siamo più forti mentalmente dell’anno scorso. Giochiamo il più bel calcio d’Italia, dobbiamo dimostrare in campo di essere più forti. Entrare in campo e provare a vincere. Facciamo tutto quello che possiamo fare“.

Prima chiamata dopo un gol?
Tanti messaggi, da amici, ragazza e famiglia. Dopo la partita chiamo sempre mio padre“.

In Nazionale cosa è successo?
Non ho tanto da dire, il ct ha scelto di non chiamarmi per cose sue. Se mi chiama io sono sempre pronto a giocare per la Serbia. Quando lui è pronto a chiamarmi io sarò pronto a giocare e dare il massimo. E’ un problema suo non mio“.

Cosa ti manca della Serbia?
Mi manca la mentalità dura e i miei amici. Mi trovo bene qui a Roma non è lontano da casa mia“.

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