Dybala: “La prima cosa che ho chiesto a Mourinho è stata cosa puntavamo a vincere. L’entusiasmo e la serietà della società sono importanti”

Nel giorno della presentazione ai tifosi, Paulo Dybala risponde anche alle domande dei giornalisti nella sua prima conferenza stampa in giallorosso. Queste le dichiarazioni della Joya:

Qui a Roma trovi una proprietà solida, un allenatore che non ha bisogno di presentazioni e un gruppo che ha iniziato a vincere. Ci aggiungiamo giocatori già pronti che vengono da club importanti, è giusto iniziare ad alzare il livello di ambizione già da adesso? Cominciare a parlare di corsa scudetto?

Credo che sia presto per parlare di scudetto in questo momento. C’è tanta voglia da parte di tutti, la Roma ha vinto l’anno scorso un trofeo molto importante per avere ambizione in futuro. E’ cresciuto molto in questi ultimi anni, anche con i giocatori che sono arrivati e il mister. Ci sono degli obiettivi importanti, a tutti piace vincere. Quello deve essere il nostro obiettivo, vincere partita dopo partita, poi più avanti vedremo dove siamo messi per puntare ad obiettivi più in alto. Per parlare di scudetto credo ci siano squadre che in questo momento sono più avanti di noi, però noi dobbiamo lavorare con serenità e pensare partita per partita.

Beppe Marotta ha detto che all’Inter Dybala non serviva. Ti sei sentito tradito?

No, per niente. Da quando è finito il mio contratto con la Juventus i miei agenti hanno parlato con tante squadre, voi avete parlato tanto di alcune squadre in particolare. Io ho un bel rapporto con Marotta da tanto tempo, però no. Si sono avvicinate tante squadre, però ad un certo punto è arrivato il direttore Tiago Pinto a Torino e le cose sono cambiate.

Ti vedi meglio da seconda punta o da trequartista? Quanto ha inciso la telefonata di Mourinho per convincerti a sposare la Roma?

Credo che sarà più un lavoro del mister, in base alle partite lui troverà le soluzioni migliori per me e per la squadra. Deciderà lui dove dovrò giocare, io sono aperto ad entrambe le posizioni e a quello che lui vorrà. La chiamata del mister è stata un piacere enorme. La prima volta l’abbiamo fatta insieme a Tiago Pinto, poi lui un giorno all’improvviso mi ha scritto, ci siamo sentiti di nuovo e credo che è stato il lavoro di tutto. Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere il presidente, suo figlio, il direttore. Conoscevo alcuni dei ragazzi. La chiamata di tutti è stata la dimostrazione d’affetto e di volere che io fossi qui oggi ed è stata molto importante per me.

Nella tua prima intervista alla Roma hai detto che tutte le persone che ti hanno parlato ti hanno dato molte certezze. Cosa ti hanno trasmesso?

La prima cosa che ho chiesto al mister è stata cosa puntavamo a vincere. A me piace vincere, a lui anche, ha vinto tanto. Ci sono tanti ragazzi che hanno vinto titoli importanti. Piano piano, parlando, tanto il mister quanto la società mi hanno dato dei punti di riferimento. Lo avete visto già dall’anno scorso, la serietà con cui sta lavorando la società e l’entusiasmo che si è creato, non solo nei giocatori ma in tutta la gente che lavora intorno, la consapevolezza del mister e la fiducia che hanno i ragazzi adesso che ci stiamo conoscendo sono molto importanti per andare avanti e per continuare su questo obiettivo. Io cercherò di dare sempre il massimo di me, di portare la mia esperienza per continuare a vincere.

Cosa ti ha più colpito dell’affetto dei tifosi romanisti? Esulteresti contro la Juventus se dovessi segnare?

La domanda si risponde da sola. Sono molto curioso di vedere quello che succederà stasera con i tifosi. Con i social adesso abbiamo più contatto, siamo più vicini alla gente e la dimostrazione di affetto non è mancata anche prima di arrivare. So che questa è una piazza molto grande e la gente ci sta vicino sempre, quindi sono molto curioso di vederli e conoscerli stasera.

In un calcio sempre più fisico tu sei un po’ l’eccezione, sei il calciatore che accende la fantasia alla gente. Pensi che Roma sia la piazza ideale per esaltare questa tua caratteristica? 

Sì, credo che il calcio sia cambiato tanto, adesso si vedono molti meno dribbling e giocate belle, però alla fine quello che conta è il risultato finale. Ovviamente io voglio vincere, tutti vogliamo farlo. Questo deve essere il nostro primo obiettivo. Poi io ho delle mie caratteristiche con cui ho fatto tutta la mia carriera e lavorerò per essere pronto per quello che mi chiederà il mister ma anche per fare il mio gioco e aiutare i miei compagni.

Quali sono state le principali differenze che hai trovato in questi primi giorni tra Roma e Juventus? Totti ti ha convinto a fare questa scelta?

Sono da poco qui, sto conoscendo molta gente nuova, ancora devo imparare i nomi di tutta la gente che lavora intorno a noi, che sono tanti. Però vedo una società molto organizzata, in tutti gli aspetti. Mi stanno aiutando in tutto, a me e alla mia famiglia. Sono molto contento di come mi stanno trattando. Ho parlato con Francesco, ci siamo visti alla partita di Eto’o. Abbiamo parlato un po’ lì nello spogliatoio, ma ancora non c’erano certezze chiare come negli ultimi giorni prima di arrivare. Lui mi ha parlato di Roma ovviamente molto bene, poi non ci siamo risentiti in questi giorni.

Vieni da una squadra titolata come la Juventus, adesso sei in un club che ha iniziato la scalata. Sei arrivato qui nel pieno della maturità, è possibile che il Dybala che si vedrà qui sarà il migliore di tutta la carriera?

Io ovviamente lavoro per quello sempre, ogni giorno. Mi auguro che possa essere così, sto cercando la migliore condizione fisica per farlo. Cerco di curare tutti i dettagli possibili. Ho esperienza in una squadra come la Juventus che è abituata a vincere e che ti trasmette quello, quindi cercherò di dare il massimo anche dentro lo spogliatoio con i miei compagni e di portare quella esperienza per aiutare a vincere e portare positività nei momenti di difficoltà che sicuramente ci saranno durante l’anno.

L’anno scorso è sembrato che la tua stagione non sia stata grande, ma se vai a vedere sei stato il miglior marcatore della Juve. Si sono sbagliati sulla tua stagione o potevi fare di più la scorsa stagione?

Io credo sia normale ci siano delle critiche. Quando giochi in una squadra come la Juventus si chiede sempre di più. Avrei voluto fare più gol e più minuti in campo, ma ho avuto infortuni e non ho avuto modo di continuarlo a fare. Credo che per come si era presentato l’anno e per come è finito i miei numeri sono stati i primi in diversi aspetti, non solo gol e assist, nonostante io sia stato fermo.

Non abbiamo mai sentito finora la tua versione di cosa è successo con la Juventus. Come sono andate le cose?

Il direttore Arrivabene è stato molto chiaro nelle sue dichiarazioni. No avevamo un accordo da firmare ad ottobre, poi la società ci ha chiesto di aspettare. Dopo marzo il club ci ha comunicato che non facevo parte del progetto futuro, quindi non è stato un problema economico come si diceva. La società e il mister hanno preso una decisione. Io ho parlato con loro, è andata così. Se era la loro scelta ho detto loro che per me non era un problema.

Da Allegri ad altri personaggi del mondo del calcio hanno detto che secondo loro Roma è la piazza giusta per te. Secondo te perché?

Come ho detto prima ho parlato tanto con il direttore, il mister e il presidente. Mi hanno trasmesso molta sicurezza nel progetto e sapendo come si sta costruendo non ci sono stati molti dubbi.

Si è parlato molto della clausola. E’ un atto di fiducia reciproco con la Roma?

Io penso al campo e a fare bene. Credo che quella sia più una domanda per il direttore o i miei procuratori. Io penso al campo e ad allenarmi, poi il futuro spero sia felice per tutti.

Cosa pensi di Zaniolo? Quanto sarebbe importante tenerlo per il discorso scudetto?

Conosciamo tutti le sue caratteristiche e quello che può dare. Ho avuto modo di parlare un po’ con lui, ma ovviamente poi la scelta sta a lui. Ovviamente vogliamo avere i giocatori più forti con noi, sappiamo quello che ci può dare, ma non posso intromettermi nel suo futuro perché a quello deve pensarci lui.

Hai firmato per 3 anni con la Roma. In questi anni ambisci alla maglia numero 10 o lo ritieni un discorso chiuso?

Per me la cosa più importante è che sappiamo tutti chi è stato l’ultimo ad usarla. E’ una maglia molto importante anche per i tifosi, c’è grandissimo rispetto da parte mia. Per me il numero 21 è molto importante: per la Nazionale, ho iniziato a vincere con quella maglia alla Juventus, spero di iniziare a vincere anche a Roma con quel numero. In un futuro non si sa, adesso sono molto contento con il 21.

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