Repubblica (E. Currò)- Due anni fa, di questi tempi, la Nazionale aveva appena iniziato all’Olimpico il felice cammino verso il titolo europeo. Stasera, in uno stadio olandese al confine con la Germania, il De Grolsch Veste sperso dentro una piana torrida e anonima, contro la Spagna affronta la semifinale di Nations League un po’ decaduta dal suo ruolo centrale, smarrito per via della mancata qualificazione al Mondiale, della partenza così e così nelle qualificazioni a Euro 2024 e adesso anche dell’annata straordinaria dei club, che con 3 finaliste e 5 semifinaliste nelle coppe hanno reagito al problema del monopolio degli straniere nel in Serie A nel 2015-16 erano il 54,94% e gli italiani il 45,06%, mentre in quello appena concluso la proporzione (66,22% gli stranieri, 33,78% gli italiani) è decisamente peggiorata. Eppure, nelle tre finali, l’Italia è stato il Paese più rappresentato.
Anche per questo gli azzurri di Mancini si ripromettono orgogliosamente di trasformare questa Nations League nella grande occasione di riscatto. Le squadre di club hanno perso le tre finali “senza meritarlo”, ricorda il ct e così pure i bravissimi ragazzi dell’Under 20, battuti dall’Uruguay all’ultimo atto del Mondiale di categoria. Perciò la Nazionale, se vincesse la Nations, farebbe meglio di tutti risalirebbe la china popolare. Il ct lo sa perfettamente: un titolo è sempre un titolo, da aggiungere ai 4 Mondiali e ai Europei. “Si gioca sempre per vincere. Le tre finali dei club e il risultato dell’Under 20 sono bei segnali. E intanto noi siamo ancora campioni d’Europa fino a luglio 2024, godiamoci questa cosa. Poi non è così scontato arrivare per due volte di seguito alla Final Four. Ci siamo riusciti vincendo un girone molto difficile e mettendo in campo tanti giovani”.
Ora il mini torneo surrogato dell’ Europeo vinto nel 2021 e dopo un’altra semifinale sempre con la Spagna ha il senso di una tappa di crescita, con annessa ricerca dell’autostima se è arduo trasformare questa manifestazione un po’ posticcia nella redenzione veri viaggio mancato in Qatar, è più facile attribuirle il compito di puntellare gioco e formazione di una squadra ibrida, ancora sospesa tra veterani e nuove proposte e tra il sistema vincente dell’Europeo.