Il Messaggero (M.Ferretti) – Ecce bomber. Anzi, riecce bomber. E Nanni Moretti, lo speriamo, ci perdonerà la travisata citazione. Sono tornati i bomber, insomma. I centravanti. Gli uomini-gol. Quelli che determinano le partite, condizionando il risultato con le loro prodezze. Nulla di inedito, per carità: era già accaduto, accadrà ancora. Nel calcio, del resto, non c’è (più) nulla di nuovo. Si va a mode, si va a periodi e, adesso, è il periodo dei numeri 9. Basta dare uno sguardo alla classifica dei cannonieri per averne un’immediata conferma: sul gradino più alto del podio c’è l’interista Icardi, sei reti, seguito dal milanista Bacca, a quota 5 come il napoletano Callejon, e poi a quota 4 il romanista Dzeko, lo juventino Higuain, il napoletano Milik e pure Borriello e Belotti, il vecchio e il nuovo del gol made in Italy. Dopo cinque giornate di campionato, un bel vedere per i nemici dello zeroazero e, soprattutto, per i tifosi dell’Inter. Il motivo è semplice: capitan Icardi ha segnato sei delle sette reti nerazzurre (Perisic l’intruso) contribuendo in maniera determinante ai 10 punti della squadra di Frank de Boer. E, immediata, arriva la riflessione: se Maurito non fosse stato così prolifico, l’Inter avrebbe già cacciato pure il tecnico olandese? Forse sì, chissà. Un discorso più o meno simile può essere fatto per il Milan che non ha vissuto soltanto dei gol di Bacca, ma che attraverso le reti del colombiano ha acquisito credibilità, consistenza e autostima. E Vincenzo Montella respira. Chi ha il bomber, come chi ha mamma, non trema.
MIGLIOR ATTACCO – La Roma, che nel passato campionato aveva chiuso con il miglior attacco, si sta confermando, 13 reti (Napoli 10), grazie alle giocate ad intermittenza di Dzeko, tanto discusso quanto redditizio (ha segnato o non ha segnato gli stessi gol di Higuain e Milik?). Il bosniaco rappresenta, comunque, la novità dei bomber del campionato se pensiamo che, per un motivo o per un altro, nella passata stagione era arrivato a quota 4 soltanto alla ventesima giornata: un salto in alto degno di Gimbo Tamberi, con la percezione che il capitano della Bosnia sia destinato a superare il suo record italiano, 8 reti. Intanto, non si sa mai, ecco i tre gol di Salah e Perotti (tutti su rigore, però) per far sorridere Luciano Spalletti.
CASA DOLCE CASA – Capitolo Higuain. La grancassa mediatica che, da sempre, accompagna la Juventus non sta perdendo occasione per magnificare l’impresa di Gonzalo sempre a segno allo Stadium (come Dzeko all’Olimpico…), quattro gol in altrettante uscite casalinghe (come Dzeko…). Se mai, la notizia è che il Pipita non ha ancora segnato in trasferta (come Dzeko…), ma questo interessa poco. Casuale, sostengono i cortigiani a strisce bianconere. Anche Milik ha fatto gol soltanto a Napoli, eppure il polacco viene considerato l’autentica rivelazione d’inizio campionato. E Callejon, che ha segnato un gol più di lui, e sia in casa che in trasferta, solo un attaccante fortunato. A forza di parlar bene a prescindere di Higuain, si finirà con l’esaurire gli aggettivi prima del tempo. Ma il calcio, dicevamo, vive di mode, e oggi va di moda puntare i riflettori sui centravanti. Tirando in ballo, per far quadrare il cerchio, perfino Balotelli che in un campionato modesto come la Ligue 1 segna due gol in fuorigioco, guadagna le prime pagine dei giornali e torna a far parlare di sè in chiave azzurra. E del Chievo che ha gli stessi punti di Roma e Inter, e uno meno del Napoli pur non avendo Icardi, Dzeko o Milik, non frega niente a nessuno.