Gazzetta dello Sport (F. Conticelli) – Oggi l’Inter si siede attorno a un tavolo: negli uffici di Appiano Gentile Simone Inzaghi e i dirigenti schierati, l’a.d. Beppe Marotta, il d.s. Piero Ausilio e il suo vice Dario Baccin. Ordine del giorno: lattaccante. Ne serve uno e anche presto per cancellare le ruggini e il malumore lasciati dal doppio gioco fatto alle loro spalle da Romelu Lukaku. Le punte potrebbero diventare due se davvero si aprisse una porticina verso l’Arabia pure per Correa.

Simone esporrà necessità e priorità anche perché chi arriverà andrà integrato in un 3-5-2 dai rigidi meccanismi, poco cangiante se non in rarissimi casi. Già adesso, però, ci sono due punte che nel gradimento interista si sono staccate dal resto del plotone e stanno un passetto più avanti. Innanzitutto, Folarin Balogun, 22enne talento americano dell’Arsenal sul punto dell’esplosione internazionale: sarebbe la scintilla finora mancata nella macchina di Inzaghi. Un attaccante imprevedibile che strappa e dribbla: tutto ciò che avrebbe dovuto dare Correa e invece mai si è visto. L’altro pallino è Alvaro Morata, usato sicuro che conosce la Serie A in ogni stadio, abituato alle ruvidezze dei difensori italiani e già testato a certi livelli.

Morata è un acquisto conveniente, non a caso la Roma è partita in anticipo: i giallorossi hanno offerto 4,5 milioni più 500mila di bonus fino al 2027, quando l’attaccante avrebbe quasi 35 anni. In più, oggi il d.s. Pintoincontrerà gli agenti dello spagnolo che, curiosamente, si è messo a seguire su Instagram il club giallorosso. In questa partita, però, è entrata di prepotenza anche l’Inter, visto che Alvaro è l’alternativa finora più credibile a Balogun. Piace a Inzaghi, che però lo userebbe come primo cambio ai piedi di una eventuale nascente coppia Thuram-Lautaro: nei fatti, Morata potrebbe sostituire entrambi senza colpo ferire. E l’ex Juve piace anche fuori dal campo, l’a.d. Beppe Marotta ne ha conosciuto serietà e affidabilità in bianconero.