La Gazzetta dello Sport (C. Zucchelli) – Tutte le strade non partono da Roma. Non parte quella di Mohamed Salah, che resta ad allenarsi a Trigoria e non riesce a raggiungere la squadra negli Stati Uniti. Manca il visto, l’ambasciata rinvia il rilascio di giorno in giorno, per l’evidente disturbo di Luciano Spalletti, che non può allenare l’egiziano al pari degli altri compagni. Disturbo che forse poteva essere evitato, anche se le tempistiche per il rilascio di un visto di lavoro (non turistico) di un egiziano sono più lunghe rispetto a quelle di un cittadino italiano. Salah nei giorni scorsi è stato anche all’ambasciata statunitense, i documenti sono ok ma il via libera tarda ad arrivare. Di sicuro l’attaccante non partirà oggi. Da Trigoria assicurano di aver avviato la pratica non appena saputo nei dettagli le date della tournée e il successivo spostamento dagli Usa al Canada, decisione che risale alla fine di giugno. Certo che stride un po’ l’immagine di un altro egiziano, il centrocampista Elneny, regolarmente in tournée con l’Arsenal in California.
IN DIFESA – Il paradosso è che quasi certamente arriverà a Boston prima Szczesny di Salah: il polacco, rientrato dal viaggio di nozze e ora a Londra, è pronto a raggiungere Spalletti: oggi è attesa l’ufficialità del suo ritorno in prestito oneroso (1 milione) con diritto di riscatto (15). Servirà più pazienza per il difensore. Perché Sabatini ha cominciato il suo giro d’orizzonte. Gli piacerebbe avere a disposizione Funes Mori (Everton), ha pure chiesto di verificare se il passaporto è comunitario o no, ma spaventano i costi dell’operazione. E la Roma cerca un affare in stile Nacho, in prestito con diritto/obbligo di riscatto. Allora non vanno persi di vista tre profili. Il primo è quello dello svedese Victor Lindelof: il Benfica sarebbe disposto a lasciarlo partire ora a cifre più ragionevoli di quelle circolate nei mesi scorsi. Il 22enne può all’occorrenza anche giocare da terzino destro. Molto più di Niklas Sule dell’Hoffenheim, uno dei migliori talenti della Bundesliga. Ma qui ci vuole un lavoro ai fianchi, se è vero che il giocatore ha rifiutato la corte del Liverpool. Il terzo nome è noto da tempo: Vermaelen (Barcellona) non è mai sparito dai radar di Trigoria.
DIAWARA – La giornata milanese di ieri è servita a Sabatini anche per approfondire nuovamente con il Bologna il discorso Diawara: il d.s. ha chiesto tempo per chiudere un affare nel quale quasi certamente finirà Sadiq come parziale contropartita. Il resto lo porterà la cessione di Paredes. E l’arrivo del Mister X su cui Sabatini lavora da settimane: l’obiettivo è annunciarlo al rientro della squadra dagli Stati Uniti.