Corriere dello Sport (R. Maida)La Roma ha scelto Ivan Juric, sì. Ma la Roma chi? Non Florent Ghisolfi, che non è stato coinvolto nell’esonero di De Rossi. Ghisolfi è il direttore tecnico ma ha poca voce in capitolo in questa fase storica. La paternità della scelta è dunque di Lina Souloukou, la fin troppo energica Ceo. Una donna sola al comando, da Roma all’Arabia Saudita, che ha generato un clima di riverenza (rectius terrore) a Trigoria.

Souloukou ha studiato a scuola i limiti degli umani: secondo la mitologia greca, chi andava oltre al consentito peccava di “ybris” perché sfidava gli dei. La sua speranza è che, cacciando De Rossi dalla Roma, non abbia irritato quelli del calcio. I Friedkin comunque l’hanno seguita. Loro pagano, loro eliminano. Va così. Ma torniamo al percorso che ha condotto a Juric: la Roma stava cercando un professionista che accettasse un contratto fino a giugno. Souloukou ha cercato Stefano Pioli, che però si era già impegnato con l’Al Nassr (dove lavora il suo predecessore, Guido Fienga) e pare abbia tentato anche la strada della federazione saudita per liberarlo.

Registrato il no dell’ex tecnico del Milan ha dovuto cambiare strategia, visto che nel portafoglio celava solo un’offerta a breve termine. Tra gli allenatori liberi è stato individuato Juric, proposto dal procuratore Giuseppe Riso. Il primo sorpreso della chiamata è stato proprio lui, Juric, che veniva da un triennio altalenante al Torino e non ha mai guidato una squadra che partecipasse alle coppe europee: miglior piazzamento in carriera nono posto, oltre alla promozione in A conquistata a Crotone. Ma Riso è un consulente molto ascoltato da Lina Souloukou. Recentemente ha pilotato alla Roma Tommaso Baldanzi e un giovane dirigente di sua fiducia, Roberto Trapani, arruolato nel settore giovanile come capo del Reclutamento (testuale).