La Repubblica (M.Pinci) – Due saltelli sul piede destro, l’indice della mano sinistra alzata. La prima immagine di Paulo Dybala con la maglia della Roma è come un balletto, forse un rito scaramantico. Cinquanta secondi dopo era già a un passo dal portarsi le dita al volto per la prima esultanza, stoppato da un piede perfido ad un passo dalla porta. Il suo marchio sulla Roma ha dovuto attendere mezz’ora scarsa, quel piede illuminato che da calcio d’angolo proietta sulla testa di Ibanez il pallone della vittoria sul Tottenham di Conte. Lo avevano tenuto nascosto finora, occultando il test contro l’Ascoli, perché la prima volta avesse un palcoscenico diverso. Per accoglierlo Mourinho, che lo ha voluto a Roma più di Dan e Ryan, gli ha disegnato intorno una compagnia d’archi: Pellegrini, Zaniolo e Abraham, oltre lui, tutti insieme dall’inizio.
Presto poi alla collezione si aggiungerà anche Belotti: contratto da 3 milioni netti pronto, la condizione per sbloccare la firma che il centravanti attende da 3 mesi era la cessione di Shomurodov. Andrà al Bologna appena convincerà la Roma a ridurre da 10 a 8 il prezzo del diritto di riscatto. Poi Mourinho avrà un altro pezzo pregiato: anche lui da Torino, anche lui gratis. Come Dybala.