Corriere della Sera (M. Ferretti) – Se un tifoso della Roma volesse farsi del male, potrebbe usare un metodo facilissimo: mettere a confronto i centravanti delle squadre che, sulla carta, insieme con quella giallorossa si giocheranno le prime posizioni del campionato. Basterebbe fare alcuni nomi, da Osimhen a Lautaro Martinez fino a Scamacca, Vlahovic e Immobile, per mettersi le mani tra i capelli. Lotta impari, visto che la punta centrale della Roma al momento è Andrea Belotti, zero reti nell’ultima Serie A.
Qui non si tratta di mancare di rispetto a un professionista, ma semplicemente di ribadire che Mou ha bisogno come il pane di qualcuno che abbia confidenza reale con la porta avversaria, e che la Roma per alleviare il suo “mal di gol” non può pensare di strutturare sempre e soltanto la vena realizzatrice di un fuoriclasse fragile come Dybala.
Non v’è dubbio che un centravanti, prima o poi arriverà, ma oggi è già tardi visto che l’inizio del campionato è ormai alle porte. È accertato che un centravanti di valore sia un punto di forza della squadra, anche se nessuno deve dimenticare che pure i numeri più prolifici hanno bisogno dell’aiuto dei compagni per poter rendere al meglio. E qui il discorso torna al vecchio punto di partenza: la Roma segna poco perché sono scarsi i suoi attaccanti o perché il suo gioco non aiuta un attaccante a far gol?
Un pò l’una e un pò anche l’altra, probabilmente. Ma per dirla con Mourinho, “giocatori forti fanno forti le squadre”. Ecco perché c’è la necessità assoluta, imprescindibile che la Roma porti a casa, e al più presto, un tipo dal gol facile, uno che sappia far centro magari anche senza la compartecipazione della squadra. Un bomber, ecco. Si chiede troppo? Uno così costa, è, vero, ma prima o poi qualche soldo dovrà di nuovo essere speso.