Pagine Romaniste (F. Castellucci) – Nasce da oggi l’appuntamento fisso del venerdì con “Lettere Romaniste”, una rubrica con lo scopo di provare a dare una voce e mille sfumature, alla passione che lega milioni di persone alla Roma. C’è un perché nei tantissimi occhi lucidi che, prima della partita, si illuminano sulle note di “Mai sola mai” e “Roma, Roma, Roma”. Questo format punta proprio a tirar fuori quelle sfaccettature che fanno venire la pelle d’oca.

I testi potranno essere mandati ai canali del sito. Per entrare nello specifico, vorrei iniziare con la prima lettera, la mia, scritta in parte anni fa, ma ripresa e completata solo ora che spero sia in grado di trovare le parole giuste. Buona lettura.

“Cara Roma,
Vorrei confessarti una cosa che non riesco a dire ad alta voce, una cosa che mi ha fatto nascondere per tanti anni. Non riesco a sentire dal vivo “Mai sola mai”, senza trattenere le lacrime. È forse infantile, ma ti posso garantire che mi fa sentire speciale ogni volta che siamo io e te, in quello stadio, con quella voce, la tua voce. Sin da bambino anche io ho sempre avuto te, nato da famiglia che tifa Roma da generazioni, papà ex membro del CUCS. Insomma, ti ho amata prima ancora di averti incontrata.

In tanti momenti negativi, vedere un video su YouTube, un coro, o ricordare quel Roma-Barcellona mi rallegra. Ho guardato quasi ogni tua partita, anche quando non avrei dovuto, ho pianto e pensato che non ci fosse più un senso dopo la maledetta doppietta di Pazzini. Ero in preda allo sconforto quando il Re si inchinò al suo popolo. Che colpo al cuore, quel 28 maggio 2017. Ma più di tutti, c’è una persona che ti ha accompagnato per anni, che ti accompagna tutt’ora a cui sento di dover un grazie. Daniele De Rossi.

Sempre amato il suo ruolo, sempre adorata la sua indole, sempre invidiata la sua vena, quella vena. Daniè, la mia prima allo stadio l’hai decisa tu, l’ultima tua è stata anche la mia ultima da abbonato. Quel giorno lanciai una sciarpa, acquistata proprio alla mia prima volta allo stadio, con all’interno una lettera. Ho custodito con amore e gelosia il contenuto di quella lettera. C’era un desiderio, quello di intervistarti, che prima o poi si realizzerà, perché sono certo che questo tipo di amore, questa cosa viscerale che certifica ogni tifoso giallorosso, prima o poi porti a qualcosa di vero.

Tu avrai sempre la mia voce, il mio sguardo innamorato perso, come da bambino, a darci coraggio, a farci forza. Perché è facile innamorarsi della Roma e del suo mondo, ma poi amarla davvero, sempre, nonostante tutto e tutti, è una fortuna di pochi”.