Lettera della A contro Gravina, ma molti club non l’hanno letta

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini e A. Gozzini) – Proprio quando il calcio e lo sport in generale – con mille sacrosante ragioni – chiede al governo aiuti per il settore, la Lega di Serie A inciampa in un caso che mette ancora più in evidenza le divisioni che la lacerano, nonostante i tentativi di unità che di volta in volta le parti più illuminate provano a portare avanti. Le linee guida sono è state date dalla lettera inviata dai rappresentati dei club al Sottosegretario allo Sport, e al presidente del Coni  Malagò.

Nella missiva, alla luce dei nuovi principi formulati dalla Federcalcio, la Lega avrebbe voluto un chiarimento, cioè se le norme che la toccano siano corrette dal punto di vista giurisprudenziale, perciò se sia obbligatorio (o meno) accoglierle. Un’altra lettera, stavolta indirizzata alla Figc, oggi chiederà almeno un paio di settimane per poter recepire la riforma. Tutto questo si era detto nella riunione del 27 gennaio.

La lettera a Vezzali e Malagò però oltre a essere arrivata sui tavoli deputati senza le firme e senza neppure la carta intestata della Lega, in realtà ha di rottura. Diciamo subito che la missiva è stata girata alla sezione consultiva del Collegio di Garanzia del Coni, presieduta da Virginia Zambrano. Alcuni passaggi della lettera sembrano già prevedere la non correttezza delle norme.

Insomma, se si voleva irritare la Figc e mettere in difficoltà il presidente della Lega, Paolo Dal Pino la mossa è riuscita, se si voleva perseguire l’apparenza di unità, assai meno. Ieri quando le agenzie hanno battuto il testo, sono cominciate ad arrivare le precisazioni da parte di diverse società, che spiegavano come non solo non avessero mai ricevuto la stesura finale, ma che il testo dovesse essere alleggerito, tant’è vero che la parola “illegittimità delle norme” era stata in effetti cassata. A redigere la lettera, si dice sotto la regia del presidente Lotito, sono stati quattro legali, Campoccia, Cappellini, Fanini e Romei, ognuno dei quali  potevano essere d’accordo su un passaggio e meno su altri. La sensazione è che gli estensori credessero che il tutto poi fosse”“licenziato” dai club.

Il testo invece, spedito al segretario Stincardini e letto anche dall’a.d. De Siervo, è stato invece subito “circolarizzato” per mandato dell’assemblea. Le stesse fonti dicono che l’assemblea non aveva voluto mettere in copia la Figc, nonostante fosse stato consigliato per “cortesia istituzionale”. Visto che aleggia sempre lo spettro del commissario “ad acta” che la Figc potrebbe nominare entro febbraio, qualora non si recepissero le nuove norme, è possibile che oggi le società che non avevano preso visione della lettera a Vezzali e Malagò, possano redigere una nota che lo formalizzi. Sulla questione centrale delle votazioni continuerà lo scontro. I grandi club sarebbero contrari alla modifica dello statuto.

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