Il Messaggero (U. Trani) – La Roma, spietata e vincente ai rigori contro il Real, è sempre la stessa. Quella che, nelle giornate migliori, non prende gol ma nemmeno riesce a farne. A Melbourne, nel primo test vero della nuova stagione, torna a galla il limite dell’annata appena conclusa. Il 7˚ attacco del campionato non può proprio fare a meno del centravanti. Dzeko o chi per lui.
Perché nel primo tempo i giallorossi sono stati spigliati, ordinati e anche propositivi. Chic la mezz’ora di Totti, coinvolgente la performance di Gervinho e buona qualche giocata del nuovo acquisto Falque. Il tridente, pur ispirato nei suoi interpreti, ha però fatto cilecca. Non basta la superiorità nel possesso palla (55%): la differenza la fa sempre e comunque il finalizzatore. Che, prima o poi, arriverà.
Garcia lo aspetta, per dare un senso all’assetto della squadra, rendendolo finalmente efficace. A funzionare, come nelle ultime due stagioni, è la fase difensiva, a prescindere dai giocatori schierati davanti a De Sanctis. Romagnoli non è entrato: affaticamento muscolare, dicono. Ma il giovane difensore è in stand by. Chissà se sarà confermato. Come Gervinho, premiato Man of the match e ritrovato protagonista dopo aver steccato nell’anno del doppio impegno con la Costa d’Avorio: mondiale e Coppa d’Africa. Più che un alibi, una riflessione.