Il Messaggero (L.De Cicco) – «Ah, ma quindi il progetto è stato approvato? Perché a me non risultava…». No, in realtà, no. Il progetto Tor di Valle rimane impelagato nelle secche della burocrazia, la conferenza dei servizi deve ancora decidere se i privati sono riusciti a colmare le tante falle presenti negli elaborati consegnati nei mesi scorsi, e ancora non si sa neanche quando i tecnici di Regione, Comune e ministeri si riuniranno di nuovo per decidere se avallare o cassare definitivamente il progetto dello stadio, con annesso «Ecomostro» di uffici privati, negozi e alberghi. «Allora perché avviano la procedura di esproprio?», si chiede Alfonso Marini-Dettina, nipote di Francesco, indimenticato presidente della Roma dal 1962 al 1965, famoso per avere conquistato la prima Coppa Italia della storia giallorossa ma soprattutto per la “colletta”del Teatro Sistina: con il bilancio a pezzi, i tifosi donarono 600mila lire per permettere alla squadra la trasferta di Verona. «Dell’esproprio noi non sapevamo nulla – racconta il nipote dell’ex presidente scomparso nel 2011 – dal Campidoglio non ci è arrivato niente. Per ora dell’operazione Tor di Valle ho letto solo sui giornali, ho sentito dei problemi che ci sono. Ora dovremo interessarci alla vicenda più concretamente. E capire se fare ricorso».